Foto di Angelo Capasso
DALLA VOCE DI CHI NON HA VOCE
“Non bisogna contrastare la camorra solo con le forze dell’ordine, ma dobbiamo soprattutto contrastare un pensiero
camorristico che ci appartiene ed è parte della nostra cultura” Don Maurizio Patriciello,
Dalla Redazione di Libera Presidio Territoriale AFRAGOLA - CASORIA
Se la parola preferita dalla
criminalità è quella non detta, negata
da silenzi
corresponsabili e compiacenti,
partoriti proprio da quel “pensiero
camorristico” che è parte integrante
della nostra sotto cultura ; allora, il primo passo da compiere , per contrastare questa metastasi, è rompere
questa distanza, e costruire un dialogo di legalità su più fronti con la parte civile : questa è la sintesi
dell’incontro, di Mercoledì 7 Novembre a
Casoria, organizzato dal Presidio Territoriale di Libera Afragola - Casoria e dall’associazione Libero Pensiero di Casoria , nella chiesa di S. Mauro, gremita di cittadini sensibilizzati dall’argomento.
Un dialogo che non si è esaurito nel confronto avuto ad un medesimo tavolo pubblico , dove si è cercato, nello spazio di poche ore, di accordare e unificare
su un fronte unitario, le esperienze delle diverse forze impegnate sul campo, tra associazionismo,
forze dell’ordine, istituzioni, e parrocchie.
Ma, un dialogo che - per essere autentico- è stato declinato a partire dalla voce di chi
non ha voce; dalla prospettiva di chi ha subito quella violenza criminale, e ha
potuto in prima persona testimoniare quel dolore dimenticato anche dalle
istituzioni preposte.
Un video, a metà incontro,
ha proiettato, alla platea, le
diverse storie dei parenti delle vittime , registrando con le loro testimonianze, il volto reale della disumanità che si consuma
quotidianamente nell’indifferenza di troppi .
Così, Stefano Ciaramella, Antonio Coppola, Gerardo Citarella, Pino Lotta e Andrea
Nollino, attraverso le parole dei loro cari, da nomi astratti, ricordati solo di sfuggita da qualche
giornalista, sono diventati un volto, un corpo , un’anima: e solo
da quest’angolatura- quelle scomparse-
sono stata lette come la scomparsa di vite vissute ,
di un mondo fatto di relazioni simile alle nostre , che a causa di mani
bastarde sono stato spezzate irreversibilmente .
Solo quella parole di dolore, colmano
quella distanza che, ci siamo da troppo tempo, creati per auto assolverci e
deresponsabilizzarci, illudendoci che queste storie sono altro da noi, diversa dal nostro mondo quotidiano, distanti.
Lacrime di sofferenza colmano quella distanza, coinvolgono la platea,
mostrando ,come quella violenza è
drammaticamente vicina, alla nostra realtà, al nostro mondo. Ci riguarda.
L’assessore comunale, la Prof.ssa Luisa Marro, ha sottolineato come questo tipo
di incontri sono importanti per la
salute della cittadinanza, difendendosi da quanti criticavano le troppe assenze
delle istituzioni, e da quanti considerano questi eventi come “chiacchiere
inutili”, mostrando invece la parte “costruttiva”
e sinergica di questo tipo di eventi. Lo stesso sindaco Vincenzo Carfora, sulla
stessa lunghezza d’onda ha più volte
promesso una vicinanza istituzionale, facendosi portavoce dei problemi,
e chiedendo
alle forze dell’ordine- presenti- un maggiore controllo.
In effetti spesso da parte
della popolazione, sorgono spontanee
lamentele sulla distanza che rappresentanti istituzionali hanno con esigenze
della popolazione. L’Avv.to Giuseppe Storti , che ha moderato l’incontro, ha
introdotto il discorso di Don
Patriciello, presentandolo come
“testimone di verità”, affermando come i
valori evangelici, anche visti da una prospettiva laica, restano una chiave attuale per interpretare l’antimafia nei
nostri territori, e per costruire anche un senso civico, come
ha già dimostrato ampliamente il parroco di casa, Don mauro Zurro .
Il discorso di Don Patriciello è stato
un vibrante appello al senso civico, che non si è limitato nell’atteggiamento
passivo del ricordo, ma che è ha attivamente invitato la comunità intera alla
ricerca della verità , “non c’è destra e sinistra su queste questioni” “c’è solo un popolo che chiede verità”. Una verità
spesso seppellita dalle menzogne criminali, corresponsabili al disastro
ambientale, altra piaga che colpisce come una peste le nostre realtà, inquinate anche nell’aria che respiriamo. Don
Patriciello, ha raccontando il suo incontro, avuto insieme ai vari comitati
territoriali, col ministro Cancellieri , “stiamo pagando le colpe di vent’anni
di malgoverno”. Ha condiviso con noi, lo stupore che ha espresso il ministro , quando ha visto
la documentazione che fotografava la situazione delle nostre terre, aggiungendo sbalordita “ ma mi hanno detto che era stata
risolta”. Altra menzogna che è stata divulgata ai vertici istituzionali, per seppellire
responsabilità criminali. Spesso le istituzioni locali sono sorde, ha aggiunto
lo stesso Don Patriciello, citando a mo’
di esempio, la vicenda col prefetto che
negli ultimi giorni l’ha visto protagonista mediaticamente: “quell’inspiegabile
atteggiamento, non è dovuto a
motivi linguistici , ma perché
evidentemente dava fastidio quel discorso sui rifiuti tossici provenienti dal
nord Italia, e sversati da queste parti” . Le istituzioni debbono
aprirsi e dialogare con le esigenze della cittadinanza. In conclusione
dell’incontro , Geppino Fiorenza, referente di Libera Campania, ha
puntualizzato che questo tipo di discussioni non debbono assumere una forma retorica, e dimensione formale; ma che quelle parole possano
tradursi concretamente in azioni e
diritti.
Dopo questa discussione a più voci , il
percorso di legalità si è concluso , con un corteo che dalla basilica di San
Mauro , è arrivato in villa comunale , dove è stato piantato una targa in
memoria delle vittime innocenti della criminalità . Un gesto che è qualcosa di
più di un simbolo, un significato che non è solo retorica, ma che è teso a
trasformare le coscienze, e cambiare quel pensiero camorristica che corrompe la
mentalità di parte della società civile,
anche di quella parte che non è direttamente affiliata a dinamiche
criminali , come ha ben argomentato Don
Patriciello nel suo intervento. Se c’è una chiave di salvezza in quest’inferno,
allora è offerta proprio da quella parte onesta, che ricorda per resistere e colora il mondo di
bellezza, come ricorda l’incisione della lapide :
“I malvagi tingono di nero la vita,
gli
onesti la colorano di bellezza”
Fonte: Redazione Libera Presidio Territoriale Afragola - Casoria
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