"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

Comunicato stampa ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI IL BILANCIO DA RECORD PER LA CAMPAGNA DI LIBERA E GRUPPO ABELE CONTRO LA CORRUZIONE 140MILA FIRME, OLTRE 800 CANDIDATI TRASPARENTI.





Comunicato stampa


Roma, 21 febbraio 2013      

ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI IL BILANCIO DA RECORD PER LA CAMPAGNA
DI LIBERA E GRUPPO ABELE CONTRO LA CORRUZIONE 140MILA FIRME, OLTRE 800 CANDIDATI TRASPARENTI.

La Campania  col il 3.1% è al 15° posto in  ITALIA    
 Totali candidati 1793 in Campania
Totali Candidati Camera in Campania : 1221
Totali Candidati Senato in Campania: 572
 Totali Candidati Trasparenti che hanno aderito, rendendo trasparente la propria candidatura e impegnandosi contro la corruzione in CAMPANIA:  55

La Campania è al 15° posto tra le regioni italiane nella graduatoria stilata da “Riparte il Futuro”, la campagna promossa da Libera e Gruppo Abele contro la corruzione con l’3,1% di candidati trasparenti sul totale di quelli presentati nelle circoscrizioni della regione (55 in numeri assoluto)
La mobilitazione online che ha chiesto a tutti i candidati, di tutti i partiti, cinque impegni stringenti di trasparenza contro la corruzione, in vista delle prossime elezioni: pubblicare online il curriculum vitae, la condizione reddituale e patrimoniale, gli eventuali conflitti d’interesse, la situazione giudiziaria e impegnarsi a riformare nei primi 100 giorni della nuova legislatura l'art. 416 ter del Codice Penale, la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso.
Dopo poco più di un mese – la campagna è stata lanciata ufficialmente il 16 gennaio scorso – il bilancio è da vero record. 
Prima petizione online in Europa di tale portata, Riparte il futuro ha chiamato a raccolta i cittadini su un tema cruciale nella vita sociale, economica e politica del nostro Paese, ottenendo risultati incoraggianti: oltre 140mila firme di cittadini e personaggi famosi, e più di 800 candidati che hanno sottoscritto i 5 impegni.
A chiudersi oggi è solo la prima fase della campagna, quella del primo ‘reclutamento’ dei candidati alle elezioni politiche del 24 e del 25 febbraio 2013.
Mentre la raccolta di firme online dei cittadini contro la corruzione prosegue su www.riparteilfuturo.it.
Dall’insediamento del nuovo Parlamento partirà la fase dei 100 giorni, durante la quale sarà monitorato e verificato l'impegno dei parlamentari nel rafforzamento del 416 ter del Codice Penale
Sarà un sistema di controllo costante, inflessibile e partecipato, del tutto innovativo per il nostro Paese. Grazie alla forza del web e dei social network, ogni cittadino potrà tenere d’occhio il lavoro dei parlamentari e sarà compito dei promotori di Riparte il futuro cancellare dalle liste dei “trasparenti” quei politici che non manterranno gli impegni presi sul fronte della lotta alla corruzione. 

Una battaglia di civiltà e di democrazia senza precedenti per fa ripartire le migliori energie del Paese e della buona politica, aperta alla partecipazione di tutti, senza colore, né partito.

 N.B. I dati delle adesioni dei candidati sono aggiornati alle ore 11 di oggi 21 febbraio.
Gli ultimi aggiornamenti sono sul sito www.riparteilfuturo.it

Ufficio stampa
Francesca Biffi - 333.2164430 - media@riparteilfuturo.it
Peppe Ruggiero - Libera 335 5966624

Fonte: Riparteilfuturo.it






VOTO ALL'ESTERO: UNA DECINA DI VOLONTARI DI LIBERA MONITORERANNO

Una decina di volontari di Libera saranno presenti allo spoglio per monitorare e denunciare eventuali anomalie e negligenze.
 Tonio Dell'Olio (Libera) : "Un voto spesso permeabile alla contraffazione e alla frode e per questo motivo NOI  ci saremo"


Il voto degli italiani all'estero non è la semplice elezione di 18 parlamentari  da parte dei più di 4 milioni di italiani iscritti all'AIRE (Anagrafe Italiani Residenti Estero). 
Il voto all'estero, che si svolge nella distrazione pressoché totale, è un test ulteriore di democrazia e trasparenza. Una via per osservare la tenuta della nostra istituzione e la partecipazione reale di tutti i cittadini italiani ovunque essi siano. 
Per queste ragioni Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie sarà presente con una decina di volontari nelle vesti "ufficiali" di rappresentanti di lista per monitorare l'operazione spoglio e denunciare anomalie. e negligenze. I volontari di Libera saranno presenti lunedì pomeriggio presso i seggi del  centro polifunzionale della Protezione Civile a Castelnuovo di Porto. 
Il voto all'estero -commenta Tonio Dell'Olio, responsabile di Libera Internazionale - "come registrato nelle altre esperienze elettorali  è stato spesso caratterizzato da schede inviate per posta, di segretezza dubbia, di un sistema farraginoso, confuso, problematico e soprattutto permeabile alla contraffazione e alla frode. Le mafie ci sguazzano e hanno già dimostrato in passato di saperlo fare bene". Per questo motivo - prosegue Tonio Dell'Olio di Libera - "nell'unico seggio italiano in cui vengono scrutinate quelle schede noi ci saremo".

Fonte:Libera.it 22 Febbraio 2013




Comunicato Stampa LIBERA IN RIFERIMENTO ARTICOLO GAZZETTA DEL SUD






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LIBERA IN RIFERIMENTO ARTICOLO 


GAZZETTA DEL SUD


"In merito alle notizie riportate all'interno dell'articolo dal titolo "Interdetto il Consorzio Terre del Sole", pubblicato in data 12 febbraio 2013 dalla Gazzetta del Sud, si comunica che il Consorzio Terre del Sole non ha mai aderito a Libera, nè tantomeno sono oggi aderenti le cooperative che fanno parte del Consorzio stesso. Pertanto corrisponde al falso quanto dichiarato nell'articolo citato.
Nella convinzione che non possono esserci ombre e interrogativi nei percorsi di legalità e di impegno sociale, già alcuni mesi fa Libera aveva chiesto al Consorzio di fare chiarezza rispetto a quanto emerso dalla relazione di scioglimento del Comune di Reggio Calabria, ribadendo la piena fiducia e sostegno nell'operato delle Forze di polizia e della Prefettura.
Auspichiamo che la strada intrapresa dal Consorzio per ristabilire verità e trasparenza possa rispondere alle osservazioni e richiami delle istituzioni e possa servire a ridare credibilità all'azione di quanti -- impegnati nella cooperazione sociale -- si battono per i diritti e la libertà delle persone.

"Ufficio di Presidenza di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie"

Fonte: libera.it 12 Febbraio 2013

Comunicato Stampa Incontro regionale con Don Luigi Ciotti







Comunicato Stampa

Incontro regionale con Don Luigi Ciotti
 


Cento passi verso il 21 marzo…



Giovedì 14 febbraio , dalle ore 10 alle ore 13, presso l’Auditorium Regionale, isola C3 del Centro Direzionale di Napoli



Incontro di lavoro per i docenti referenti , responsabili di associazioni, operatori sociali, rappresentanze studentesche con don Luigi Ciotti.



In preparazione delle iniziative di memoria e d’ impegno per tutte le vittime innocenti della criminalità (16 marzo - XVIII Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno per tutte le vittime delle mafie), organizzata da Libera ed Avviso Pubblico, quest’anno a Firenze; 19 marzo - Iniziative per don Peppe Diana; 21 marzo - Iniziative in tutte le città d’Italia

Programmazione in Campania.

a cura dell’Associazione Libera, del Centro di documentazione regionale contro la camorra, del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti e della Fondazione Pol.i.s.; in collaborazione con la Direzione Scolastica regionale, l’Assessorato all’Istruzione della Regione Campania e del Comune di Napoli.



Intervengono:

Diego Bouché, Caterina Miraglia, Annamaria Palmieri, Geppino Fiorenza, don Tonino Palmese, Lorenzo Clemente ed Enrico Tedesco.


 P.S.

Cfr. circolari della Direzione scolastica regionale al sito www.campania.istruzione.it (prot.496 e 661) e siti www.libera.it ; www.liberacampania.it ; http://fondazionepolis.regione.campania.it


Fonte: liberacampania.it  12 Febbraio 2013












Trattativa Casalesi – Stato: 

“Cosentino il referente”

di Arnaldo Capezzutto




“Più volte ho incontrato l’onorevole Nicola Cosentino. Lo conoscevo. Da giovani giocavamo a pallone e capitava di vedersi spesso. Poi avevo un parente in comune: lo zio di sua moglie, Marisa Esposito. Era normale incontrarsi. Anche se non mi interessavo di politica l’ho aiutato spesso nelle elezioni cominciando quando era candidato alla Regione Campania. Passavo la voce e chiamavo le persone più vicine a me. Se c’era un candidato che poteva interessare il clan, noi l’aiutavamo”.  Il collaboratore di giustizia Dario De Simone è collegato in videoconferenza da una località segreta. Il Pm Alessandro Milita lo incalza con le domande, lo invita a spiegare, a scendere nei particolari, a ricostruire lo scenario e il contesto storico. L’ex boss dei Casalesi è tranquillo, racconta senza esitazione, scandendo con chiarezza le parole. Lo ascolta Giampaolo Guglielmo, presidente della I sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il processo è quello che coinvolge l’ex sottosegretario e ex coordinatore del Pdl in Campania per concorso esterno in associazione camorristica.





Il racconto rimbomba nel silenzio dell’aula giudiziaria, l’onorevole Nicola Cosentino è attento, lo sguardo è fisso. A volte si rivolge al suo avvocato, un sussurro per poi ritornare ad ascoltare. “Noi Casalesi non avevamo preferenze per uno schieramento oppure un altro. Tanto i favori alla fine ce li facevano tutti. Ricordo ad esempio che abbandonammo la Dc casertana per darle un segnale, votammo un partito che non esisteva quello liberale eleggendo l’avvocato Martucci”. Parla con scioltezza De Simone ripete cose già note fino a quando cala un asso che spiazza tutti. E accenna a una presunta trattativa speculare a quella per intenderci mafia-Stato avvenuta negli stessi anni e che riguardava la camorra. Un papello napoletano sottoscritto da tutti i capi della camorra che nulla aveva a che fare con Cosa Nostra. Il collaboratore di giustizia svela il progetto secondo le rivelazioni che apprese dagli esponenti del clan Moccia di Afragola che avevano rapporti molto in alto sia con la politica romana sia con gli ambiente della chiesa, il referente dell’operazione era il ministro della giustizia Giovanni Conso quello stesso che in meno di cinque minuti tolse con una firma il carcere duro a centinaia di  mafiosi.Noi dovevamo consegnare le armi, ma in cambio avevamo un alleggerimento sulle leggi, niente ergastoli e niente confische, e intanto continuavamo le cose nostre. Ne parlai anche con Cosentino, di questo. La cosa saltò perchè Francesco Sandokan Schiavone non accettò: disse che lui allo Stato, non voleva consegnare neanche un temperino”. Uno spaccato che conferma il rango dei Casalesi simili per organizzazione e modus operandi più a Cosa nostra che alla camorra partenopea, litigiosa e per niente strategica. E’ lo stesso pentito Carmine Schiavone, ex imprenditore e cugino di Sandokan a confermarla dai giudici in videoconferenza spiega : “Noi siamo un’altra cosa rispetto alla camorra. Noi avevamo la nostra idea: dovevamo formare i nostri giovani come persone con la testa, dovevamo formarli come magistrati, poliziotti, carabinieri, politici perchè no, anche ministri: per avere i nostri referenti nelle istituzioni”. Accordarsi con lo Stato. Ingaggiare una trattativa.
Questo progettavano i capi camorra.  Nacque l’idea della dissociazione
La vicenda è stata ripescata e ricordata dal collega de “Il MattinoGigi Di Fiore. Le prime verità emersero e furono accennate in una delle tante ordinanze cautelari partorite dalle indagini sulle dichiarazioni del “Buscetta campano”: Pasquale Galasso.

Nell’atto giudiziario, si parlava del ruolo di don Antonio Riboldi vescovo di Acerra  e dell’allora sottosegretario alla Giustizia, Domenico Contestabile, sull’ipotesi dissociazione. Qualcuno pensò che, come per il terrorismo, anche per i camorristi si potesse introdurre nel codice la figura del dissociato: mi auto accuso di tutti i miei crimini, ma non coinvolgo altri, ricevendone in cambio benefici di pena
Una deviazione della politica giudiziaria avviata dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino, con la legge sui collaboratori di giustizia e i contratti dei pentiti tipo Stati Uniti. Angelo Moccia, boss del clan Alfieri ad Afragola, si dichiarò dissociato. Lo fece anche Pasquale Loreto, del clan Pepe vicino ad Alfieri in provincia di Salerno. Il 17 febbraio 1994 furono fatte trovare delle armi nel garage di fronte al Tribunale di Salerno. Fu coinvolto come garante don Riboldi, il progetto venne portato al sottosegretario Contestabile che ne accennò al ministro Giovanni Conso. Il progetto non andò in porto: la procura all’epoca guidata da Agostino Cordova disse “no”.
La dissociazione non è ammissibile, valgono solo i pentiti. Intanto, i clan se la prendevano con i familiari dei collaboratori di giustizia: vennero uccisi il fratello di Dario De Simone e di Mario Pepe. Adesso dopo anni lo stesso De Simone parla di quell’approccio istituzionale indicando Nicola Cosentino come un serio interlocutore politico di quel progetto. Ricostruzioni e deposizioni inedite emerse nel corso del processo che si aggiungono alle dichiarazioni dell’ex deputato del Pd Lorenzo Diana che aveva tirato in ballo l’ex sottosegretario per quanto riguarda gli interessi politici nel settore dei rifiuti.  E pensare che l’onorevole Cosentino di fronte alla mancata ricandidatura ha inscenato una vera e propria sceneggiata napoletana con tanto di psicodramma sulla rotta Roma-Napoli-Caserta. Dimenticando che a dicembre scorso i suoi legali con un’istanza difensiva chiesero la  revoca della misura cautelare – quella relativa all’inchiesta poi sfociata in un nuovo processoIl Principe e la scheda ballerina” – ma il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli Eduardo De Gregorio in venti pagine ha motivato che le esigenze cautelari non sono cessate e che la riproposizione di Cosentino in una qualsiasi lista di candidati costituirebbe un forte elemento di “condizionamento della competizione elettorale”. Condizionamento che si può desumere, continua, non solo “da comuni regole di logica e di esperienza”, ma anche da quanto “finora raccolto dalle indagini”.  Ritornando all’udienza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sul finire Carmine Schiavone mette fuori un carico pesantissimo e svela: “Chiesi a Don Peppino Diana (il parroco ucciso il 19 marzo del 1994 in sacrestia per il suo impegno anticamorra) di sostenere Nicola Cosentino come candidato alle provinciali: era il 1991. Il prete portava molti voti, era seguito”, dice Schiavone e aggiunge: “Cosentino mi chiese di coinvolgere il prete”. Un racconto che mostra come Cosentino si muovesse a 360 gradi sul territorio per rastrellare consensi. L’aver chiesto un aiuto non significa che don Peppe diede sostegno elettorale a Nick ‘o mericano.

Lo stesso Schiavone – infatti – chiarisce: “C’era un tessuto di rapporti di parentela tra la famiglia di don Peppino e noi Schiavone. E comunque lui, don Peppino, era molto critico, parlava sempre contro i camorristi : tanto che io gli dicevo di stare attento, e in qualche modo gli garantivo una protezione. Finché io non mi sono allontanato, lui era protetto”.  

Fonte: Liberainformazione.org 6 Febbraio 2013

COMUNICATO STAMPA Coordinamento Comitati Fuochi DOCUMENTO DI IMPEGNO PER I CANDIDATI ALLE ELEZIONI POLITICHE 2013

























COMUNICATO STAMPA

 Coordinamento Comitati Fuochi


Il Coordinamento Comitati Fuochi passa all'attacco anche in campagna elettorale. Con un documento 'di intenti' (che potete leggere qui di seguito) il CCF sta chiedendo a tanti candidati di mettere al centro della propria campagna elettorale il dramma e le soluzioni al problema dello smaltimento illegale di rifiuti industriali e roghi tossici nella nostra Ragione. In una campagna elettorale in cui si stenta a parlare di ambiente e di problemi gravi come questi, da cui dipende la salute di centinaia di migliaia di persone, il CCF sta riuscendo a far avere a questa importante questione il giusto spazio che merita. Il documento è stato già condiviso e a breve  firmare da diversi candidati alle  prossime elezioni nazionali.
Con questo documento si chiede un impegno concreto ai candidati soprattutto quando siederanno in Parlamento. Il CCF continua quindi il suo fondamentale percorso per far sì che nel futuro Parlamento ci sia sempre maggiore sensibilità e impegno per prendere decisioni concrete per debellare definitivamente questa grave piaga delle nostre terre. A breve sarà diffuso il calendario di tutti gli incontri pubblici.


DOCUMENTO DI IMPEGNO PER I CANDIDATI  ALLE ELEZIONI POLITICHE 2013

Il Coordinamento Comitati Fuochi chiede a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche di Febbraio 2013 di porre in evidenza, nelle proprie campagne elettorali, la questione del dramma del Biocidio in Terra dei Veleni. I tumori e le morti in costante aumento nei territori tra Napoli e Caserta, due milioni circa di abitanti coinvolti, a causa del disastro ambientale causato dallo smaltimento illegale di rifiuti industriali e roghi tossici, non può non diventare argomento prioritario di impegno in campagna elettorale, soprattutto per i candidati campani.
E’ per questo motivo che chiediamo a tutti i candidati di sottoscrivere il seguente documento di intenti.
IL CANDIDATO FIRMATARIO SI IMPEGNA A:
-          Affrontare e parlare della questione in oggetto in tutte le occasioni di incontri pubblici nel corso della propria campagna elettorale.
-          Se eletto, il candidato si impegna a portare in Parlamento, nelle commissioni attinenti all’argomento di cui dovesse far parte, nelle discussioni dei gruppi parlamentari e con interpellanze apposite, i seguenti temi che dovranno diventare azione legislativa ed esecutiva: un serio piano industriale nazionale di smaltimento dei rifiuti industriali che sia reale garanzia per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini; l’istituzione di un sistema nazionale satellitare di tracciabilità dei rifiuti industriali sia pericolosi che non pericolosi; colmare il vuoto legislativo nazionale esistente, nonostante le direttive europee in materia, in tema di reati ambientali per inasprire seriamente le pene ed equipararli, non contemplando più la prescrizione, ai reati di camorra; attivarsi in tempi brevissimi per non consentire più, per un determinato periodo di tempo, l’ingresso in Campania di alcun tipo di rifiuto industriale, essendo la Campania ufficialmente sprovvista di tali tipologie di siti di smaltimento; impiegare immediatamente risorse per l’attività di controllo e repressione del trasporto illecito di rifiuti su gomma in ingresso in Regione Campania; avviare un serio piano di Bonifiche, appena saranno stati bloccati tutti gli sversamenti illeciti, valutando le tecniche scientifiche più opportune per la disintossicazione dei terreni; avviare seri studi con analisi tossicologiche sugli ammalati di cancro in terra dei veleni aiutando ed incentivando i centri di analisi antiveleni delle strutture sanitarie campane, che sono ancora pochi e con scarsissime risorse per cui oggi stentano a decollare.
         Se eletto al Parlamento, il candidato si impegna ad avere come interlocutore territoriale sulla questione in oggetto i comitati locali e le realtà associative del territorio. Saranno richiesti incontri periodici di confronto e aggiornamento con una delegazione rappresentativa delle principali realtà locali di lotta contro questo fenomeno (tale delegazione sarà costituita a cura del Coordinamento Comitati Fuochi).
-          Se non eletto, il candidato si impegna a portare le questioni di cui sopra all’attenzione dei vertici nazionali del proprio partito politico per stimolare riflessione, partecipazione ed azione verso i deputati e senatori eletti, nonché verso i membri del governo nazionale.
                                                                                                                                Il Candidato 



Fonte:Coordinamentocomitatifuochi.org