"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

LIBERA: RIBADIAMO L'ASSOLUTA AUTONOMIA RISPETTO A QUALSIASI PARTITO POLITICO




















LIBERA: RIBADIAMO L'ASSOLUTA AUTONOMIA RISPETTO A QUALSIASI PARTITO POLITICO

Nota dell'ufficio di Presidenza nazionale di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

In questi giorni fondamentali per la democrazia ed il futuro del nostro paese ribadiamo l'assoluta autonomia di Libera rispetto a qualsiasi partito politico. 
Libera è un coordinamento  di oltre 1600 associazioni, uno spazio aperto alle diverse sensibilità impegnata quotidianamente nella realizzazione di percorsi di corresponsabilità.
Nel rispetto della nostra autonomia esprimiamo stima e gratitudine per quelle persone che in questi anni si sono spese con generosità e capacità e che nelle varie forme e nei diversi schieramenti intendono impegnarsi con coerenza contro ogni forma di illegalità, contro le mafie e la corruzione e si mettono in gioco per una politica al servizio del bene comune. 

Un mettersi in gioco che è esclusivamente 

frutto di "scelte personali e individuali" 

che non coinvolgono l'associazione che continua nel suo lavoro al servizio di una politica che deve raccogliere e fare proprio lo slancio di  passione civile delle tante realtà associative che compongono la rete di Libera.

Fonte: LIBERA.IT 27 Dicembre 2012



CAROSELLO ULTIMO ATTO UN PROCESSO ESEMPLARE CHE MERITA UNA CONDANNA ESEMPLARE






CAROSELLO ULTIMO ATTO

UN PROCESSO ESEMPLARE CHE MERITA 

UNA CONDANNA ESEMPLARE 



di Coordinamento Comitati Fuochi Napoli, Provincia di Napoli e Provincia di Caserta

E' stato posto di certo un ulteriore storico tassello nel processo di contrasto alle ECOMAFIE.
Il giorno 27 Dicembre si è svolta presso il Tribunale di Napoli, sesta sezione penale, la requisitoria finale del Pubblico Ministero Maria Cristina Ribera nel processo 'Carosello Ultimo atto' che vede contrapposti gli ex allevatori di Acerra della famiglia Cannavacciuolo (parte lesa) agli imprenditori Pellini più altre decine di imputati, tra cui un ex comandante dei carabinieri oggi sospeso dal servizio, accusati di aver sversato per anni rifiuti tossici nelle campagne dell'acerrano con la totale complicità delle forze dell'ordine locali e di alcuni funzionari comunali.
E' un processo esemplare in quanto segna una svolta in questo tipo di processi. Il PM Ribera ha rimarcato che la prescrizione non è riconoscibile in quanto l'avvelenamento e il disastro ambientale sono tutt'ora in atto. La maggior parte delle conseguenze alla salute le viviamo infatti oggi sulla nostra pelle, con l'acutizzarsi delle malattie gravi che oggi trovano la loro manifestazione e maturazione a quasi un decennio dal reato, dopo che cioè i veleni sono metabolizzati nel ciclo biologico dei nostri territori.
Appassionante l'arringa dell'avvocato di parte civile Giovanni Bianco, che ha ricordato le avversità e le atrocità subite dalla famiglia Cannavacciuolo e quelle che oggi sono costretti a vivere tutti gli acerrani e non solo.
I Cannavacciuolo oggi non sono più soli. In aula erano presenti un centinaio di cittadini, che hanno fatto sentire forte sugli imputati il peso della rabbia che la coscienza civile oggi impone sulle loro teste per i loro gravi atti.
Si tratta di reati provati inoppugnabilmente dalle tante istanze probatorie agli atti del processo.
Il PM Ribera ha chiesto 18 anni di reclusione per ognuno dei Pellini, più svariati anni per gli altri imputati, per un totale che supera i cento anni di reclusione.
Prossima udienza il 24 gennaio, poi si arriverà alla sentenza definitiva in primo grado non oltre fine febbraio.
I COMITATI, LE ASSOCIAZIONI E I CITTADINI TUTTI SARANNO SEMPRE VICINI AI CANNAVACCIUOLO E SONO PRONTI DA OGGI A COSTITUIRSI PARTE CIVILE NEI TANTI PROCESSI IN ATTO CONTRO LE ECOMAFIE.
DA OGGI TUTTI QUESTI PROCESSI SARANNO MOLTO AFFOLLATI. LA GENTE DEVE SAPERE, VUOLE SAPERE, ED UNA CONDANNA ESEMPLARE NEL PROCESSO AI PELLINI FARA' SICURAMENTE DA APRIPISTA A TUTTA UNA SERIE DI ALTRE CONDANNE CHE SERVIRANNO A RIPORTARE GIUSTIZIA, LEGALITA', VIVIBILITA' NEI NOSTRI TERRITORI.

Fonte: coordimentocomitatifuochi.org 28 Dicembre 2012

Lettera aperta ai presidi territoriali...in tempo di elezione





Lettera aperta ai presidi territoriali...


in tempo di elezione




Il referente provinciale di Libera Napoli

Antonio D'Amore

In vista delle prossime elezioni politiche, mi preme sottolineare l'importanza della distinzione tra politica partitica e politica civile, quest'ultima attivamente sostenuta da Libera. 
Per tale motivo ritengo necessario evidenziare l'importanza di un atteggiamento distaccato e leale di chi, ricoprendo incarichi di rappresentanza dei presidi territoriali, all'interno della nostra organizzazione , ponga fine al suo mandato, dimettendosi, nel caso in cui, ovviamente, sia candidato anche solo alle primarie che si terranno il prossimo 30 dicembre 2012. Mi preme inoltre sottolineare l'importanza di una sobrietà, che sempre ci contraddistingue, anche durante il periodo di campagna elettorale. Questa è dunque la posizione di Libera ribadita anche nell'ultima riunione nazionale dei referenti regionali. Non si tratta dunque di disinteresse verso la vita partitica del nostro Paese, bensì di salvaguardare gli interessi collettivi di un movimento trasversale che non ha, in quanto tale, preferenza partitica ma identità costituzionale. L'antimafia, dunque, non come cavallo di troia per sottolineare, fittiziamente, personale credibilità o reale impegno civile, in caso di elezioni, ma che sia quella parola che rappresenta un prius ineliminabile di ogni cittadino perché contribuisca alla costruzione di una società giusta e corresponsabile. L'antimafia, ancora, non deve essere l'eccezionalità di qualche programma elettorale, per moda e per attrarre voti, ma la normalità di chi ha deciso di impegnarsi in modo cosi gravoso, candidandosi a rappresentare i cittadini in Parlamento. Su questi temi siamo al fianco di tutti ma senza fare sconti a nessuno mantenendo la nostra identità e la nostra autonomia.

Fonte: Liberacampania.it 26 Dicembre 2012

La STRAGE DEL RAPIDO 904






La STRAGE DEL RAPIDO 904


APRIRE TUTTI GLI ARCHIVI DEGLI APPARATI DELLO STATO E RENDERE PUBBLICI E CONSULTABILI TUTTI I DOCUMENTI E' UN ATTO DI GIUSTIZIA ED UN FONDAMENTALE PASSO IN AVANTI VERSO LA SCOPERTA DI TUTTA LA VERITA' SULLA STRAGE

La STRAGE DEL RAPIDO 904 o strage di Natale è il nome attribuito ad un attentato dinamitardo avvenuto il 23 dicembre 1984 presso la Grande Galleria dell'Appennino, ai danni del treno rapido n. 904 proveniente da Napoli e diretto a Milano.
 Per le modalità organizzative ed esecutive, e per i personaggi coinvolti, è stato indicato dalla Commissione Stragi come l'inizio dell'epoca della guerra di mafia dei primi anni novanta del XX secolo.

Il treno Rapido 904  partì alle ore 12,55 dal binario 11 della Stazione di Napoli C.le ,diretto a Milano. Il treno era stracolmo di gente che si spostava per le festività natalizie. Ognuno con la propria storia ,i propri pensieri,i propri sogni. Il treno non arrivò a destinazione. Fu fatto saltare in aria da una terrificante deflagrazione alle ore 19.08. Un carico di esplosivo del peso di 12/16 kg. composto da: pentrite, T4, nitroglicerina e tritolo, posto nella nona carrozza di II classe, fu fatta esplodere,con innesco radiocomandato, sotto la Grande Galleria appenninica tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro,  provocando una strage: 16 morti e 267 feriti


Le Vittime                           


Abramo Vastarella
23/03/1955
Napoli
Carpentiere

Anna Maria Brandi
05/06/1958
Hainee St.Paul
La Louvriere (Belgio)
Laureanda in Lettere Moderne

Carmine Moccia
18/04/1953
Luogosano (AV)
Operaio meccanico

Federica Taglialatela
11/06/1972
Napoli
Studentessa 2^ Media

Gioacchino Taglialatela
(Deceduto in seguito per le ferite subite )
26/04/1937
Ischia (NA)
Geometra

Giovanbattista Altobelli
01/05/1933
Acerra (NA)
Operaio

Luisella Matarazzo
26/01/1959
Torino
Studentessa in Farmacia

Maria Luigia Morini
Nata nel 1939
Imola (BO)
Vigilatrice d'infanzia

Pier Francesco Leoni
11/03/1961
Parma
Laureando in Legge

Susanna Cavalli
17/01/1962
Gaiano (Parma)
Studentessa Facoltà di Lettere e Filosofia

Valeria Moratello
06/03/1962
Verona
Studentessa in Farmacia

Lucia Cerrato
11/11/1908
Napoli
Pensionata



Nicola De Simone
01/05/1944
Napoli
Operaio spec. ENEL           

Giovanni De Simone
10/05/1980
Napoli

Anna De Simone
21/12/1975
Napoli
Scolara 3^ Elementare

Angela Calvanese in De Simone
10/08/1951
Napoli
Insegnante Scuola Materna



ITER PROCESSUALE

Sentenze:

I° Grado. Corte d’Assise di Firenze – 25/02/89

Condannati per reato di strage,attentato per finalità terroristica ed eversiva e di banda armata:

-Pippo Calò, G. Cercola, D’Agostino e Schaundin;

-il gruppo napoletano( Misso,Galeota, Pirozzi,Esposito e Luongo;

Assolti: Rotolo e Cardone per insufficienza di prove trasformata in formula piena in appello.

* il 7 luglio 1987  il G. I. disponeva la separazione degli atti per Abbatangelo che nel frattempo era stato eletto al parlamento.

II° Grado la Corte d’Assise e d’Appello di Firenze – 15/03/90 .

Assolveva Misso,  Galeota e Pirozzi dai reati loro ascritti dichiarandoli solo colpevoli di detenzione e porto di candelotti di esplosivo;

Assolveva Schaundin dal reato di Banda armata , riducendogli la pena a 22 a. di r.

Confermava l’ergastolo per Calò, Cercola ; D’Agostino a 28 a. di r. ,Schaundin a 22 a. di r. , Esposito a. 4 di r. per favoreggiamento e Luongo a 1 a. di r.

(Il giudice di II grado ha attribuito l’esecuzione della strage a terroristi della destra eversiva non identificati in concorso con Calò) .

Corte di Cassazione- 05/03/91

Annullava la sentenza di II° grado nei confronti di Misso, Galeota , Pirozzi e Luongo per il capo relativo alla condanna per il reato di detenzione e porto d’esplosivo e nei confronti di Calò,Cercola,D’Agostino e Schaundin per i reati di banda armata, strage, attentato terroristico eversivo, rinviando ad altra sezione di questa Corte.

Corte d’Assise e d’Appello (sez.II)- 14.03.92.

Concludeva il Giudizio di rinvio e condannava per i reati d’imputazione già menzionati Calò e Cercola (ergastolo), D’Agostino (pena ridotta a 24 a.) e di Schaundin a 22 a.

Condannava Misso (a.3), Galeotta e Pirozzi colpevoli per la detenzione di candelotti d’esplosivo; confermava la condanna di Luongo (1 a. e 6 m.)

( Il giudice ha attribuito l’esecuzione della strage a persone non individuate ma che ruotavano intorno a Calò)

* Questa sentenza subisce solo la modifica dell’estinzione dei reati per Galeotta (ucciso proprio mentre tornava da Firenze a Napoli).

La Corte di Cassazione con sentenza  24/11/92.

Confermava integralmente la sentenza di rinvio .

*La sorte di Esposito era già stata decisa in II° grado.

Processo Abbatangelo

l  Corte d’Assise di Firenze- 28/03/91- Abbatangelo colpevole , condannato all’ergastolo.

l  2^ Corte d’Assise di Firenze – 18/02/94 :assolto dalle imputazioni di strage e condannato a 6 anni per detenzione di armi ed esplosivo.

Il 19 dicembre 1994 la Cassazione conferma per Abbatangelo la pena della Corte d’Appello per la consegna dell’esplosivo.

Guido Cercola si è suicidato in carcere a Sulmona il 3 gennaio 2005,soffocandosi con lacci di scarpe . Rinvenuto agonizzante in cella , è morto durante il trasporto in ospedale.

Fonte: stragetreno904.com 23 Dicembre 2012






Mugnano: bomba carta all'ufficio del consigliere Vincenzo Massarelli





Mugnano: bomba carta all'ufficio del consigliere Vincenzo Massarelli

Balordi fanno esplodere l'ordigno. Vetri infranti e tanta paura




di Concetta Visconti

Mugnano. Ancora un assalto per il consigliere Vincenzo Massarelli. Dopo il proiettile recapitatogli nella cassetta della posta, qualche settimana fa. L'altra sera ignoti hanno esploso una bomba carta al di fuori del suo ufficio. Paura e sgomento per i primi attimi si sono trasformati poi in certezza. Se siano minacce, intimidazioni o avvertimenti lo scopriranno solo i carabinieri della locale tenenza, coordinati dalla compagnia di Giugliano. Il consigliere comunale non ha voluto commentare l'accaduto, l'esponente del Pd è ancora sotto shock per quanto successo l'altra sera. I turbamenti per il proiettile hanno lasciato spazio al timore per un ordigno fatto esplodere a pochi metri dal suo ufficio. Da tempo esponenti politici locali sono sotto la mira non si sa se di balordi o se di gruppi ben organizzati.  Lo stesso primo cittadino Giovanni Porcelli, è stato spesso vittima di minacce di intimidazioni palesate con proiettili e lettere. Cosa sta accadendo a Mugnano? c'è qualcuno che si diverte o sono minacce reali? Le forze dell'ordine indagano a tutto campo.

Fonte:  teleclubitalia.it



Beni confiscati, in Campania si preferiscono le passerelle



Beni confiscati, in Campania si preferiscono le passerelle

di Tonino Amato
Presidente Commissione Regionale Beni Confiscati



Questa settimana L’Espresso pubblica un interessante reportage di Giovanni Tizian, dal significativo titolo “E la mafia si tenne il tesoro”. L’autore verifica lo stato dei beni confiscati alle mafie, fotografandone, dal nord al sud, le difficoltà nella destinazione e nella gestione. Alla Campania sono dedicati “il camorrista se la ride” e “Campania infelix”. Ai concreti e puntuali riferimenti di Tizian si aggiunge un quadro complessivo tutt’altro che incoraggiante: nella nostra regione infatti, abbiamo 478 beni, quasi un terzo dei 1500 immobili confiscati, che non si possono consegnare perché gravati da ipoteca o occupati, solo il 2% delle 367 aziende confiscate ancora attive sul mercato, migliaia di beni mobili, innanzitutto autovetture confiscate o sequestrate e abbandonate a custodia giudiziaria con enorme carico oneroso. Cosa ci dicono questi dati? Innanzitutto il perpetuarsi dello sconcio di istituti bancari che ancora assicurano ipoteche ai criminali, a volte addirittura immediatamente a ridosso del sequestro. Quindi il buco nero di aziende che, per la quasi totalità, dopo la confisca sono destinate al fallimento. E se appare grave la responsabilità diretta degli istituti di credito, sono pure evidenti le falle normative, la macchinosità burocratica e la complessità giudiziaria, aggravate dal nuovo e nefasto Codice Antimafia. Cosa dire poi del braccio operativo del governo, l’Agenzia Nazionale? Può contare in tutt’Italia su poco più di 30 unità lavorative, dovendo così necessariamente venir meno a ruoli fondamentali quali la funzione di raccordo tra le diverse istituzioni coinvolte
La sede distaccata di Napoli è tutt’oggi semi clandestina, aperta a Castel Capuano ma mai inaugurata o visitata dal Ministro Cancellieri, con pochissimi uomini e ancor meno mezzi.
Anche gli enti locali hanno grandi responsabilità, a partire dalla Regione che ancora non ha richiesto un solo bene confiscato che pure per legge potrebbe esserle destinato, incidendo così sulla spesa dei fitti passivi
La stessa situazione si ripete per le province, mentre la maggior parte dei comuni continua a non pubblicizzare nemmeno il patrimonio confiscato a sua disposizione
Serve allora un deciso cambio di rotta a partire da modifiche della normativa nazionale per finire con la piena applicazione della nuova normativa regionale. Perché la giunta Caldoro ancora non ha dato seguito a quanto previsto dalla legge 7/2012 pure approvata all’unanimità? Perché tanti ritardi nella costituzione dell’osservatorio regionale e dello specifico ufficio per le aziende confiscate, nell’emanazione del bando per il sostegno a progetti di riutilizzo, nella definizione di premialità per progetti sui beni confiscati nell’ambito degli interventi previsti da FSE, FESR e PSR
Note dolenti anche dal comune di Napoli: ancora si attende il nuovo regolamento per l’assegnazione dei beni e addirittura ci sarebbero enti come la Fondazione Pascale pronti a investire per realizzare all’interno di un immobile confiscato il registro tumori. Come è possibile non seguire e sostenere queste iniziative? Nel frattempo si corre il rischio di abbandonare nuovamente l’unico terreno confiscato della città, a Chiaiano, che se riutilizzato avrebbe positive ricadute su Scampia
La verità è che, ancora oggi, pure in Regione, in tanti comuni e municipalità, sui beni confiscati si agisce in maniera approssimata e sfilacciata.
E ancora resistono zone d’ombra a porre ostacoli e difficoltà. Non basta acquistare i pacchi alla camorra, ci si dovrebbe adoperare perché quel modello di economia sociale possa essere rafforzato ed esportato
Per tanti, invece, resta solo l’occasione di passerelle mediatiche.

Fonte: La Repubblica.it Inserto Napoli  15 Dicembre 2012



Camorra, Bidognetti accusato di disastro ambientale




Camorra, Bidognetti accusato 
di disastro ambientale


di Massimiliano Ferraro

Il curriculum criminale di Francesco Bidognetti ), alias Cicciotto ‘e mezzanotte, storico capo dell’omonimo clan dei Casalesi, si arricchisce di una nuova pensate accusa. 
La Dia di Napoli ha infatti eseguito nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di disastro ambientale aggravato dal metodo mafioso.
Secondo gli inquirenti, dalla fine degli anni 80, Bidognetti avrebbe smaltito illegalmente circa 800milia tonnellate di rifiuti in varie discariche di Giugliano, comune della provincia nord di Napoli. Si tratterebbe in gran parte di rifiuti industriali provenienti da aziende del Nord, in particolare quelli dell’Acna di Cengio, sversati in Campania grazie alla copertura fornita della Ecologia 89, società creata dallo stesso boss.
Oltre a Bidognetti, l’indagine dei magistrati di Napoli riguarda anche Giulio Facchi, ex subcommissario per l’emergenza rifiuti in Campania, e i due presunti “strateghi” dei veleni, l’imprenditore Gaetano Cerci e l’avvocato Cipriano Chianese
Proprio Chianese, già arrestato nel 2006 e tuttora ai domiciliarifu per molti anni titolare delle società Sestri e Resit che gestivano le discariche ubicate a Giugliano: ventuno ettari di territorio nella piena disponibilità dei clan di Casal di Principe in cui sarebbero finiti scarti di lavorazioni, rifiuti speciali, ospedalieri e urbani. Un business colossale già descritto in passato dal pentito di camorra Dario De Simone, a detta del quale: «Chianese con le discariche ha guadagnato miliardi».
Oggi, in seguito a quegli sversamenti illeciti, nell’area della Resit di Giugliano è stata accertata la presenza di impressionanti livelli di inquinamento. Oltre cinquantasettemila tonnellate di percolato, spiega la Dia di Napoli, avrebbero avvelenato la falda acquifera con il conseguente rischio «per l’agricoltura, per la salute animale e la salute umana per la presenza di alcune sostanze con concentrazione oltre il limite tabellare». Una contaminazione che durerà almeno per i prossimi settant’anni e che secondo le previsioni toccherà la sua punta massima nel 2064. Ma non è tutto, perché esiste il sospetto che le acque tossiche siano state utilizzate anche per l’irrigazione dei campi coltivati, esponendo così la popolazione al rischio di assumere cibi cancerogeni.
Veleni e tumori. Non ci sono solo le 30.000 tonnellate di scarti pericolosi dell’Acna di Cengio ad avvelenare la terra di Giugliano. Le dichiarazioni rese da alcuni pentiti hanno consentito di avere un’idea tragicamente verosimile dello scempio che ha interessato per un oltre ventennio l’antica Campania Felix.
«Duecentomila tonnellate di sostanze tossiche ci furono pagate a 10 lire al chilo», aveva confessato ai magistrati Gaetano Vassallo, ex imprenditore della camorra e ora collaboratore di giustizia
Dal 1988 al 1992, molte sostanze altamente tossiche sarebbero state sversate abusivamente a Giugliano e Lusciano anche da alcune aziende laziali: 
«rifiuti liquidi provenienti da industrie, ospedali e insediamenti civili», oltre che «da aziende di oli esausti della zona di Velletri». Mentre altri micidiali veleni come «i rifiuti della MB, arrivavano in speciali cisterne di acciaio anticorrosivo» e sapevano impressionare persino gli stessi camorristi: «perché quella roba friggeva, era così potente che squagliava anche le bottiglie di plastica che c’erano nel terreno». Anche i materiali di scarto dell’industria concia toscana e chissà cos’altro ancora sono stati l’origine di quella peste che nel giuglianese fa ammalare e morire
Nella zona si assiste infatti da anni ad un incremento preoccupante delle forme tumorali.
Uno studio del 2005 del Dipartimento della Protezione Civile, denominato “Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana”, parla di significativi aumenti della mortalità per tumori al polmone, alla laringe, alla vescica e al fegato. Viene inoltre segnalato il preoccupante aumento delle malattie dell’apparato respiratorio. Anche un gruppo di ricercatori appartenenti all’Istituto Superiore di Sanità, al Cnr di Pisa, all’Arpac, all’Università di Napoli e a Legambiente, ha sostenuto che “la mortalità per tumore è risultata significativamente accresciuta con riferimento ai tumori maligni di polmone, pleura, laringe, vescica, fegato e encefalo.


Fonte: Narcomafia.it  11 Dicembre 2012
        


Mercoledì 12 Dicembre Caivano - Report dell'incontro del Coordinamento Comitati Fuochi con il delegato del Minostro Dell'Interno, Vice Prefetto Donato Cafagna




Mercoledì 12 Dicembre Caivano - Report dell'incontro
del Coordinamento Comitati Fuochi con il delegato del Minostro Dell'Interno, Vice Prefetto Donato Cafagna


Si  è svolto il 12 Dicembre a Caivano, nella Parrocchia San Paolo Apostolo nel Parco Verde, l’incontro del delegato del Ministero dell’Interno, Vice Prefetto Donato Cafagna, con i referenti del Coordinamento Comitati Fuochi e con Padre Maurizio Patriciello.
Scopo dell’incontro era confrontarsi sulle prime azioni strategiche e di pianificazione che il dott. Cafagna sta mettendo in atto. Il Coordinamento ha provveduto a consegnare al Vice Prefetto un documento articolato in schede allo scopo di condividere il lavoro da noi svolto in questi mesi in termini di analisi e proposte dirette a contrastare il fenomeno dello sversamento illegale dei rifiuti industriali e roghi tossici.
Di seguito la strategia illustrata dal Vice Prefetto Donato Cafagna.
Siamo in una fase di strutturazione di una strategia globale e pianificazione di dettaglio per passare a breve, entro fine mese, alla parte operativa sul territorio. Lo scopo principale delle ultime settimane è stato quello di costruire una RETE con tutti gli attori e le Istituzioni interessate al problema. Veniamo alle azioni messe in atto:
-          Strutturazione di 2 Gruppi di lavoro presso le Prefetture di Napoli e Caserta, costituiti da: Questori, Comandanti provinciali di Cara­binieri, Guardia di Finanza, Guardia Forestale, Polizia stradale, Vigili del fuoco e Polizie provinciali. Presente anche il Ca­po del pool reati ambientali della Procura di Napoli, Nunzio Fragliasso, da cui dipende il PM Lucio Giugliano che sta seguendo la Maxiquerela delle 33.000 firme. Lo scopo di tali gruppi, coordinati dal Vice Prefetto Cafagna, sarà quello di mettere a fattor comune le risorse disponibili e concentrare gli interventi di controllo e presidio in maniera mirata e non più in maniera diffusa ed inefficace come era fino ad oggi. I Presidi delle forze dell’ordine saranno costituiti sulla base di 9 maglie di territorio con raggruppamenti di Comuni, con l’obiettivo di meglio coordinare la presenza sul territorio senza confini comunali di competenza, con controlli finalizzati alla deterrenza del fenomeno con sequestro mezzi. Per le segnalazioni dei roghi di rifiuti tossici, per cui è necessario l’intervento immediato, rimangono a disposizione i numeri di emergenza del 112, 113 e 115. I Vigili del fuoco saranno dotati di un modulo particolare su carrello, che è stato richiesto appositamente per lo spegnimento rapido di questo tipo di roghi, che utilizzano acqua e schiuma con iniezio­ne di aria compressa, che soffoca più rapidamente le fiamme.  Sarà invece istituito un Numero verde apposito, presso la Protezione civile in Regione, a cui denunciare, anche in forma anonima, le discariche abusive per chiedere la rimozione in tempi brevi, prima che venga appiccato il rogo. Si sta pensando anche ad un sito internet su cui convogliare tutte le informazioni e renderle accessibili a tutti.
-          Sulla base delle segnalazioni ai numeri di cui sopra si darà impulso all’attività investigativa degli inquirenti partendo dall’analisi degli sversamenti. Rilevando le eventuali etichettature e le informazioni utili a risalire all’azienda che ha sversato. Questo anche con schede dettagliate che saranno appositamente predisposte a cura dei Vigili del Fuoco. Tutto questo allo scopo di rendere non conveniente lo sversamento abusivo per le aziende.
-          Attività da svolgere specificamente su alcune filiere: rivenditori di pneumatici, rottamatori, rivenditori di prodotti elettrici ed elettronici. Controlli serrati da parte della guardia di finanza. Si sta lavorando anche a operazioni straordinarie di raccolta di pneumatici e rottami attualmente sparsi nelle discariche abusive atraverso consorzi specializzati come ad esempio Ecopneus (per i pneumatici).
-          Costituzione della Cabina di regia per avviare processi amministrativi diretti alle bonifiche e alla videosorveglianza. Cabina costituita da Regione, Province, Arpac, le Asl, con il compito di avviare gli iter del bando per la videosorveglianza nelle zone critiche già individuate. Grande sforzo anche diretto al disinquinamento e alle bonifiche da fare con i fondi del Ministero dell’Ambiente. Si inizia a parlare di riconversione agricola al NO FOOD. Il Coordinamento è stato chiarissimo nello specificare, anche nel proprio documento, che le coltivazioni NO Food non devono essere destinate all’utilizzo per biomasse. E’ stato richiesto anche un intervento straordinario per le bonifiche da amianto. Allo studio progetti per affidare alle Associazioni locali le aree demaniali bonificate per attuare azioni di riqualificazione ambientale ad utilizzo sociale.
-          Coinvolgimento dei Comitati e delle associazioni non solo per esercitare controllo sull’operato dell’intero meccanismo messo in moto dal Vice Prefetto Cafagna, ma anche per eventuale coinvolgimento con decreto di formazione regionale finalizzato alla costituzione di gruppi di guardie ambientali locali. Coinvolgimento delle Associazioni di categoria dei coltivatori diretti e degli industriali per programmare azioni ed interventi specifici di riconversione a tutela dell’ambiente.
-          Elaborazione di un programma per i Comuni con azioni di intervento di rimozione rifiuti, ordinanze sindacali, per costringerli a fare quello che dovrebbero fare e non fanno, facendo diventare priorità questi temi ambientali.

Queste le prime azioni della strategia del Vice Prefetto Cafagna che dovrebbe diventare operativa per la fine del mese, massimo inizio anno.
Molti punti richiesti dal Coordinamento sono stati recepiti nella strategia. Il Coordinamento spingerà affinché diventino agenda politica dell’attuale e del futuro governo anche i punti ad impatto nazionale descritti nel proprio documento.
Continuerà la nostra azione di controllo, denuncia, certificazione dei passi avanti che saranno fatti. Adesso inizieremo a breve a verificare l’operatività di queste azioni.
Prossimo incontro col Vice Prefetto Donato Cafagna è fissato per gli inizi di Gennaio


COORDINAMENTO COMITATI FUOCHI



Fonte: Coordinamentocomitatifuochi.org  12 dicembre 2012

APPUNTAMENTO LIBERA Associazioni , Nomi e Numeri Contro le mafie Presidio Territoriale AFRAGOLA - CASORIA IN RICORDO DI LINO ROMANO VITTIME INNOCENTE DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA COMUNICATO STAMPA




IN RICORDO DI LINO ROMANO

VITTIME INNOCENTE


DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA




APPUNTAMENTO

LIBERA 

Associazioni , Nomi e Numeri Contro le mafie
Presidio Territoriale 
AFRAGOLA  -  CASORIA




Oggetto:  Celebrazione in memoria di Lino Romano e dibattito
 “ La nostra terra è per la vita


Il Presidio Territoriale Afragola-Casoria di Libera Associazioni, Nomi e Numeri Contro le mafie comunica che, in ricordo di Lino Romano, Venerdi 14 Dicembre alle ore 18 e 30 nella Parrocchia di San Biagio Vescovo e Martire di Cardito (Na), ci sarà una celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Angelo Spinillo. A seguito della messa ci sarà l’incontro-dibattito “La nostra terra è per la vitadove sarà possibile ascoltare due testimonianze di economia sociale sui beni confiscati alla criminalità organizzata
Economia sociale, nel senso di pensare ad un mercato che non lasci indietro le persone con problematicità ma al contrario ad un mercato che dia opportunità. 
Fare attività sociale sui beni confiscati alla camorra rende tali attività ancora più decisive per i nostri territori. 
E’ l’emblema di un cambio di paradigma che può avvenire. 

Da terreni di morte a terreni di vita, di diritti.


INTRODURRANNO 

Don Nicola MAZZELLA 

Parroco di San Biagio Vescovo e Martire di Cardito 


Maria SACCARDO 

Referente del Presidio Territoriale 

di Libera AFRAGOLA - CASORIA



INTERVERRANNO 

Giuliano Ciano,  della Fattoria  sociale 


“Fuori di zucca



sorta  nell' area dell' ex Ospedale 

Psichiatrico di Aversa

 e 

Simmaco Perillo della Cooperativa sociale 



“Al di là dei sogni” 


Azienda Agricola Impiantata su terreni 

confiscati alla Camorra

ci racconteranno cosa significa essere cooperative sociali e cosa significa operare in beni abbandonati o confiscati alla camorra. 
Esempi di riscatto per i nostri territori troppo spesso provati da morti assurde. In memoria di Lino Romano non possiamo far altro che impegnarci affinché i nostri territori possano finalmente riscattarsi da ogni pratica camorrista.




Concluderà 

S.E Mons. Angelo SPINILLO 

Vescovo di Aversa 



IL VIDEO 

FATTORIA SOCIALE 


"FUORI DI ZUCCA"

PRESSO

EX MANICOMIO DI AVERSA (CE)




IL VIDEO

COOPERATIVA SOCIALE 

"AL DI LA'  DEI SOGNI"

CHE  OPERA IN UN BENE CONFISCATO ALLA 

 camorra

ALBERTO VARONE

PRESSO 

MAIANO DI SESSA AURUNCA (CE)



Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Presidio Territoriale Afragola-Casoria




Con viva preghiera di pubblicazione e/o diffusione
  

UFF. STAMPA: 3204144079