IO RIATTIVO IL LAVORO
Lavoro e sviluppo contro le
mafie
Alla prepotenza mafiosa bisogna
contrapporre un’alternativa
fatta di dignità, lavoro e sviluppo. Le
aziende sequestrate e
confiscate possono diventare un modello
per la lotta alla mafia, divenendo presidi di lavoro legale e dignitoso
attraverso un impegno concreto di tutti gli attori coinvolti.
Le tante cooperative giovanili nate in questi
anni sui beni confiscati, spesso senza nessun sostegno dalle istituzioni, hanno
dimostrato che combattere le mafie attraverso il lavoro non solo è possibile, ma
è l’unica strada da perseguire per dare forza all’insostituibile azione
repressiva della magistratura e delle forze dell’ordine.
Per fare ciò bisogna assicurare gli
strumenti necessari di
sostegno a chi si impegna per restituire
alla collettività i beni e le aziende confiscate alle mafie. Le proposte
contenute nella legge d’iniziativa popolare vanno in questa direzione,
perseguono l’obiettivo di costruire attraverso le aziende confiscate alle mafie
nuova e buona occupazione
I problemi dell’attuale
legislazione: alcuni numeri
Le aziende confiscate in via definitiva
sono 1.639, quelle sequestrate potrebbero essere
dieci volte tanto.
Tutti i settori produttivi sono
coinvolti dal fenomeno, una percentuale molto alta riguarda
settori chiave per il nostro paese come il terziario
(45%), l’edilizia (27%) e l’agroalimentare (8%). Le regioni con
il numero più alto di aziende sono la Sicilia (37%), la
Campania (20%), la Lombardia (12%), la Calabria (9%). I lavoratori e
le lavoratrici coinvolte sono più di 80.000.
Secondo i dati dell’Agenzia nazionale
per i beni confiscati
il 90% delle aziende
confiscate fallisce a causadell’inadeguatezza dell’attuale legislazione
Combattere le mafie sul piano
economico
e sociale:
raccogliamo la
sfida!Le proposte:
RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE : per risolvere il problema del credito
bancario, per pagare gli stipendi dei lavoratori e sostenere i costi
dell’emersione alla legalità delle imprese si propone di istituire
un apposito fondo presso il Ministero
dello Sviluppo Economico,
finanziato da una parte delle liquidità
confiscate alla criminalità.
NO AL LAVORO NERO: favorire l’emersione dei rapporti di
lavoro irregolari attraverso un complesso di interventi in favore dell’aziende
sequestrate e confiscate.
USO SOCIALE DELLE AZIENDE: Si incentiva, attraverso un complesso di
agevolazioni fiscali, la costituzione di cooperative dei lavoratori disposti a
rilevare l’azienda.
FORMAZIONE DEI LAVORATORI
Attraverso specifiche convenzioni con i
fondi interprofessionali le istituzioni possono favorire un adeguato percorso
di formazione e aggiornamento dei lavoratori e delle lavoratrici.
AGENZIA NAZIONALE: serve istituire presso l’Agenzia Nazionale
un apposito ufficio dedicato alle attività produttive e alle relazioni
sindacali con l’obiettivo di fornire tutto il supporto necessario per
scongiurare il fallimento delle aziende sequestrate e confiscate e tutelarne i
livelli occupazionali.
VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO:
per rendere le aziende
confiscate una nuova possibilità di sviluppo bisogna coinvolgere tutti gli
operatori economici presenti sui territori.
TUTELA DEI LAVORATORI: la recente riforma Fornero ha abolito
l’accesso agli ammortizzatori per i lavoratori delle aziende sequestrate e
confiscate. La nostra proposta va in direzione opposta, garantendo a tutti i
lavoratori e le lavoratrici vittime del sistema mafioso un sostegno al reddito
e un percorso di reinserimento lavorativo.
Puoi
firmare per sostenere
la
legge di iniziativa popolare
durante
le nostre iniziative pubbliche di raccolta firme.
Trovi
il calendario aggiornato
delle
iniziative in programma sul sito
oppure
www.cgilnapoli.it
per
info:
www.liberacampania.it
/ www.cgilnapoli.it
evento
facebook “Firma per riattivare il lavoro - Napoli e
provincia”
https://www.facebook.com/events/150824851747170/
tel. 081.3456.903 / e-mail formazione@cgilnap
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un tuo commento