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SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

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PIÙ IMPEGNO E CORAGGIO NELLA CONFISCA DEI BENI Davide Pati Responsabile nazionale beni confiscati di Libera
























PIÙ IMPEGNO E CORAGGIO NELLA 
CONFISCA DEI BENI

Davide Pati  Responsabile nazionale beni confiscati di Libera
su Il Mattino | 18 novembre 2013

La confisca dei beni rappresenta ormai da più di trent'anni uno strumento di affermazione e crescita della legalità e dell'impegno civile. La promozione, diffusione e attuazione di progetti per la valorizzazione e il riutilizzo sociale dei beni confiscati ha contribuito in tutta Italia al rafforzamento delle politiche di coesione sociale, di lavoro vero per i giovani e di sviluppo di reti relazionali. E' questo oggi un patrimonio che non va disperso ma rafforzato. 

Vanno moltiplicate le positive pratiche di economia sociale e di welfare e vanno sostenute nei loro sforzi quelle associazioni e cooperative che testimoniano - con coerenza e autenticità - la convenienza della legalità. Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia che la commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha incardinato, la settimana scorsa, la proposta di legge di iniziativa popolare riguardante il rafforzamento degli strumenti volti alle aziende sequestrate e confiscate alle mafie, perché possano diventare modelli di buona economia. E' fondamentale ora la sua approvazione in tempi rapidi per arginare il potere criminale e difendere l'economia dalle varie forme di corruzione, di complicità e connivenze. Questo impegno - che deve appartenere a tutti - costituisce una precondizione per superare la difficile fase storica che stiamo attraversando e di cui proprio in questi mesi si vedono le conseguenze più critiche, in termini di riduzione di servizi di sostegno alle persone bisognose, di perdita di occupazione per i giovani e gli adulti e di mancanza di fiducia e speranza.
Agevolazioni contributive, sistemi di tutela dei lavoratori, incentivi di carattere fiscale e il Fondo di garanzia per l'accesso al credito sono gli interventi più urgenti previsti nella proposta di legge.


Accanto a queste misure, è importante agire sulla promozione di una sorta di tutorship da parte di imprese sane del Made in Italy, in un'ottica di responsabilità sociale, tramite l'utilizzo di strumenti quali il contratto di rete. I dati disponibili e l'esperienza maturata ci conducono ad un'ulteriore considerazione: il riutilizzo dei beni confiscati non può essere relegato ad un ruolo di simbolica testimonianza. Come dimostra l'impegno di tutte quelle realtà di cooperazione che hanno presentato alcuni giorni fa il "Pacco alla camorra". I beni e le aziende confiscate costituiscono ormai risorse diffuse sul territorio per interventi organici e strutturati di sviluppo locale (in tema ambientale, culturale, di turismo sociale, di agricoltura sociale e biologica, di filiere del manifatturiero).

 Per queste ragioni chiediamo con forza che la Regione Campania possa dare piena attuazione alla legge n.7 del 16 aprile 2012 recante "Interventi a favore dei comuni ai quali sono trasferiti i beni confiscati" e possa prevedere la destinazione di parte dei fondi comunitari della programmazione 2014-2020, così come aveva fatto alcuni anni fa con il programma Nuovi Percorsi Polis del POR Campania 2000-2006, al riuso degli stessi beni

Allo stesso tempo non possiamo tralasciare l'urgenza di dover assegnare adeguate risorse e personale alle sezioni Misure di prevenzione dei Tribunali di Napoli, Santa Maria Capua Vetere e Salerno e all'Agenzia nazionale con sede anche a Napoli.
La Campania è stata fra le prime regioni a porre la giusta attenzione sul tema dei beni confiscati. Oggi è compito di tutti i soggetti istituzionali e del partenariato economico sociale fare di più. 

Occorre una strategia regionale per recuperare efficienza ed efficacia evitando allo stesso tempo i ritardi e le distorsioni passate, con maggiore responsabilità e capacità di programmazione

Fonte: www.libera.it 18Novembre 2013

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