"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

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Un pezzo di noi resterà per sempre in Calabria












Un pezzo di noi resterà


per sempre in 



Calabria




Diario dai campi di Libera Terra






Sabato 23 giugno
Partiamo di prima mattina. E' giusto l'alba. Siamo 12 dipendenti del Gruppo Unipol e 6 accompagnatori fra amici e parenti.
In prima fila Federica, la madre di questa spedizione, è stata lei a proporla al Circolo Unipol Bologna; poi c'è Daniele, il Presidente del Circolo che ha accettato con entusiasmo ed è qui con noi. Ci sono Ioris e sua figlia Irene, Stefano, Giuliana, Emanuela e sua figlia Laura, Piera e Gabriele, Emanuela e Gilberto, Renata con Antonella e Daniela, Marzia, Cristian ed Elisabetta.
La vista dall'aereo è straordinaria, la costa ionica si mostra fra le nuvole e il castello appare all'improvviso fra il mare e le campagne aride dalla siccità o gialle di mietitura, si vede solo il colore ocra.
Crotone. L'aeroporto è piccolo, in riva al mare e un viso sorridente su una maglietta rossa "E!STATE LIBERI" ci indica che siamo arrivati a destinazione: ciao Umberto!
Il viaggio verso il CELA, la casa di questa settimana, è breve. Ci aspettano Valentina con un bel piatto di pasta al sugo e Paolo con lenzuola e attrezzi vari per sistemare i locali. Grazie ragazzi!
Al CELA di San Leonardo di Cutro ci sono 3 stanze, noi siamo in 18 e ci sistemiamo in 6 per ogni stanza con il rigoroso rispetto delle differenze di genere che divide le coppie e unisce le amiche.
Verso sera Paolo ci accompagna a fare una breve visita a Crotone, il caldo torrido non concede tregua e la passeggiata attraverso la città vecchia fino al castello (rigorosamente chiuso) si conclude nella piazza davanti al Duomo, per un aperitivo abbondante ed economico.
Ci aspetta la cena della Legalità organizzata da Libera per autofinanziamento. La cena è a casa di Francesca e Giovanni Gabriele, i genitori di Dodò, il bambino di 11 anni ucciso dalla 'ndrangheta nel 2009 mentre giocava su un campo di calcetto.
La notizia letta sul giornale, un ennesimo caso di cronaca nera subito archiviato per lasciare posto a fatti più recenti, ora diventa persone, emozioni, sentimenti. Questi genitori hanno trovato non solo la forza di andare avanti, ma sono riusciti a trasformare la forza distruttrice del dolore in un progetto fatto di iniziative concrete per promuovere la legalità e la speranza di un futuro diverso.
La cena è straordinaria, niente carne né pesce ma solo verdure: pomodori, ceci, carciofi, anellini al forno con scamorza e sugo, pasta fredda, zucchine e mozzarella, pipi e patate e per finire la torta con il logo di Libera.
La prima giornata è stata lunga.

Domenica 24 giugno
Oggi non sono previste levatacce, ma il caldo e la luce del sole ci spingono fuori dal letto.
Qualcuno se ne va a Le Castella per la messa, qualcuno passeggia, qualcuno va in spiaggia e qualcuno inizia a lavorare per sistemare casa.
Arriva Maria Angela, sarà lei la nostra "mamma" per questi giorni, inizia a proporre il menù per i prossimi giorni e ci viene l'acquolina in bocca o forse è solo fame.
Ci troviamo attorno al tavolo per festeggiare la domenica con un bel piatto di pasta al forno con le melanzane. Grazie Maria Angela!
Dopo pranzo tutti in cerchio per parlare di Libera Crotone. Umberto ci racconta delle difficoltà e della voglia di riscatto, della 'ndrangheta per lungo tempo unico referente di voti e lavoro, dell'apparato burocratico dello Stato, dell'impegno e del bisogno di aiuto. Arriva anche Antonio, il presidente di Libera Crotone, le domande si infittiscono. Siamo curiosi, vogliamo sapere, vogliamo capire, un po' di arroganza culturale del nord ce la togliamo di dosso, ma facciamo fatica a comprendere come certe inefficienze siano tollerate e consentite.
Prima di cena Elisabetta, la nostra report, inizia a scrivere a fiumi: dopo una bella sforbiciata diventerà il nostro diario dal campo.
Dopo cena la partita Italia Inghilterra e qualcuno entra in oratorio a Le Castella davanti al maxi schermo allestito per l'occasione da don Luca. L'Italia vince.
La seconda giornata è stata divertente.

Lunedì 25 giugno
5:30 sveglia, si parla poco. Alle 7 siamo sui campi confiscati alla famiglia Arena per il taglio dei cespugli di verbasco (volgarmente tasso barbasso), infestanti del grano: caldo, sudore, bruciore sulle braccia e sugli occhi, starnuti, fazzoletti, cesoie, guanti.
Acqua. Sete. Ombra, ma l'unica ombra è quella delle pale eoliche, troppo alte e troppo lontane.
Qualcuno inizia a tornare con la voglia di una doccia per togliere dalla pelle il polline pruriginoso. Poi riposo e spiaggia per tutti.
Nel pomeriggio ci si ritrova per andare al torneo di calcetto "Liberi di giocare", organizzato in ricordo di Dodò, alla presenza delle principali istituzioni locali: Prefetto, Presidente FIGC, ecc.
Noi ci presentiamo in divisa con la maglietta del campo E!STATE LIBERI - UNIPOL con un piccolo difetto di fabbricazione: gli slogan sono stampati sulla schiena.
La locandina per il torneo in ricordo di Dodò 'Liberi... di giocare' è molto toccante e azzeccata: 'Domenico non era nel posto sbagliato. Nel posto sbagliato c'erano gli assassini' fa venire la pelle d'oca. Anche guardare in faccia i genitori di Dodò, ridere e scherzare con loro nella normalità più assoluta fa venire la pelle d'oca. E' giusto e molto bello essere qui a testimoniare insieme a loro.
Federica viene intervistata e ripresa da RTI, una televisione locale. Applausi.
Si rientra a casa, la terza giornata è stata faticosa.

Martedì 26 giugno
Sveglia alle 5, colazione in silenzio, a quest'ora nessuno ha voglia di parlare.
Si riprendono i lavori nel campo, arrivano anche i contadini (veri) e danno suggerimenti. Portano anche i loro meloni e a metà mattina, che non sono nemmeno le 8, sono proprio graditi. Qualcuno fa festa, qualcuno prosegue, ma alle 10 il caldo torrido ci fa interrompere i lavori, si torna a casa per le docce e il relax.
Guardiamo il campo soddisfatti, quello che era una distesa gialla dei fiori di verbasco ora è tornato un campo dorato di grano pronto per la mietitura.
Arrivano ospiti. Franco Menniti, collega della Direzione Commerciale di Unipol Assicurazioni e rappresentante della FISAC-CGIL, Carlo Mileto, agente Unipol Assicurazioni e delegato dell'Associazione Agenti Unipol. Il Gruppo Unipol è dappertutto.
Nel pomeriggio andiamo a Isola Capo Rizzuto per incontrare il Sindaco Carolina Girasole.
E' il momento del confronto con le Istituzioni e la politica e con quello che potrebbero fare. Come sempre sono le persone a fare la differenza e questa minuta donna del sud l'ha fatta, la fa e la potrebbe fare ancora di più se avesse maggiori supporti.
Quello che emerge è il silenzio e l'abbandono, ma anche il coraggio di fare le cose. Un Comune commissariato per 7 anni, trasformato attraverso un processo di rinnovamento dei sistemi, razionalizzazione delle risorse, definizione di ruoli, compiti e deleghe. Ora sta lavorando per realizzare il primo piano regolatore del Comune, se le permettono di assegnare gli incarichi.
Anche i tempi per la creazione della cooperativa che dovrà gestire i terreni confiscati si stanno allungando; la sindaco ci parla di tentativi da parte di poteri forti che operano sul territorio volti a screditare il progetto Libera Terra Crotone mettendo in campo ogni argomento per ostacolane le realizzazione fra cui anche due interrogazioni parlamentari. E' evidente il tentativo per fare in modo che si arrivi a fine legislatura senza risultati concreti per dimostrarne il fallimento, 
Un lavoro egregio quello del sindaco che rischia di essere vanificato se alle prossime elezioni le forze che l'hanno sostenuta nel 2008 dovessero toglierle il sostegno e promuovere altri candidati. Le solite beghe interne del partito rischiano di favorire l'antistato e questo ci sembra assurdo, anzi complice e colpevole.
Salutiamo e ringraziamo la Sindaco Girasole, che ritroveremo domani, e seguiamo Teresa, una volontaria di Libera, per una visita di Isola Capo Rizzuto. Pensavo fosse solo un cumulo di case sparse senza logica e invece ci ritroviamo sotto le vecchie mura del cinquecento, dentro ai resti del castello, rovine lasciate al degrado, fra spazzatura e piante rampicanti.
La piazza davanti al duomo offre un bel panorama verso il mare, ma è piena di auto parcheggiate fra le palme.
Cena a base di verdure (buonissime le zucchine e cipolle fatte da Maria Angela), dopocena di chiacchiere.
La quarta giornata è stata interessante.

Mercoledì 27 giugno
Solita levataccia, nessuno si è ancora abituato alla sveglia all'alba, ma ce la possiamo fare.
Oggi Federica, Ioris e Marzia restano a casa a preparare per la serata, ci saranno tanti ospiti al buffet dopo il convegno del pomeriggio in cui verranno presentati i campi di volontariato di Libera nella provincia di Crotone.
Sui campi i lavori procedono in silenzio, arriva la tv per le riprese e le interviste. Ognuno dice la sua sulle motivazioni personali che ci hanno portati quaggiù. Esempio e speranza, il poco di ognuno diventa il tanto di tutti.
Umberto dice che abbiamo recuperato 10 ettari di grano, siamo soddisfatti e orgogliosi anche se ci sembra di aver fatto poco e di poter fare di più.
Mentre torniamo verso casa vediamo del fumo uscire dalla base di un grande pino: qualcuno ha bruciato le stoppie ieri sera, qualche scintilla si è estesa alle radici dell'albero e ora il tronco è completamente avvolto dalle fiamme. Buttiamo acqua e terra, il fumo cala ma non siamo certi di aver spento l'incendio. Chiamiamo rinforzi. Ci preoccupano gli ulivi dei terreni confiscati a pochi metri dalle fiamme.
Tornati al CELA, troviamo la casa in ordine e pulita, i fornelli in piena attività.
Arriva Babbo Natale, anche se è solo giugno, tornano i colleghi Franco Menniti e Carlo Mileto con due enormi ceste di prodotti tipici calabresi: formaggi, vino, salumi, miele...Foto di gruppo.
Pomeriggio di preparazione per la festa di questa sera. Arriva Walter Dondi della Direzione di Unipol in compagnia di Lorena Fasolino di Libera, vengono da Agrigento dove ieri hanno partecipato all'avvio della nuova cooperativa Rosario Levatino a cui sono stati affidati 300 ettari di terreno confiscato alla mafia.
Nel tardo pomeriggio tutti a Cutro per partecipare al convegno.
Le colline aride si trasformano in brulli calanchi, qualche scheletro di edificio abbandonato interrompe la bellezza del paesaggio.
Incontriamo Giovanni e Francesca, i genitori di Dodò, un po' tesi perchè domani ci sarà una nuova udienza del processo dove si dibatterà di perizie balistiche. Ci sorprende ancora una volta la semplicità e la forza di questa coppia che ha perso il loro unico figlio e che ci raccontano le offese subite ma anche la solidarietà ricevuta.
Restiamo in silenzio perchè a volte è davvero difficile trovare le parole giuste.
Inizia l'incontro: i saluti dei sindaci dei Comuni di Cutro, Isola Capo Rizzuto, Cirò e Cirò Marina aprono le danze, seguono Libera, le associazioni, il Prefetto, il nostro Presidente (del Circolo) Daniele Bottazzi e infine il nostro Walter Dondi, che porta i saluti del Presidente Stefanini (quello vero).
Il sole è appena tramontato, il nostro CELA accoglie tutti questi ospiti importanti impegnati nella lotta alla criminalità.
C'è anche don Pasquale, un giovane sacerdote che ha aderito a Libera. La serata scorre leggera fra la parmigiana di melanzane di Maria Angela e le chiacchiere con i sindaci presenti, il prefetto, alcuni assessori e gli altri amici calabresi.
La quinta giornata è stata istituzionale.

Giovedì 28 giugno
Oggi alzata un po' più ritardata, Umberto ci lascia dormire un po' di più perché abbiamo fatto tardi ieri sera.
Dopo la solita merenda di metà mattina, andiamo a vedere alcuni terreni confiscati, dove i pastori hanno distrutto una coltivazione di cecerchie con il passaggio delle pecore. Ci fermiamo sul canale con l'acqua di sorgente, di fianco alla vasca con le rane e i girini e alla casa delle farfalle costruite dai bambini delle scuole.
Proseguiamo la visita alla villa degli Arena, ignoti vandali (?) la notte prima del sequestro hanno distrutto marmi e pavimenti, in un ultimo atto di sfregio.
Sarà questa la sede della nuova cooperativa, l'ostello e il magazzino. La posizione è stupenda, si vedono tutti i terreni e il mare, ci sono le palme e le rondini. Umberto ci racconta della ricostruzione e dei progetti, promettiamo di ritornare quando l'ostello sarà concluso.
A casa ci aspetta la pasta con i fagioli di Maria Angela e, dopo pranzo, un bel bagno (anzi, due) nel mare che oggi è straordinariamente trasparente.
Nel pomeriggio arriva Tiberio Bentivoglio, un commerciante di Reggio Calabria che si è ribellato al pizzo e ha denunciato mafiosi, politici e preti collusi pagando a caro prezzo il suo rifiuto.
Arriva con la scorta, due uomini che non lo perdono di vista per un secondo, entrano e guardano dappertutto poi escono e rimangono discretamente in cortile. Questa presenza lo accompagna per ogni istante della sua vita limitando la sua libertà ma proteggendolo da rischi più gravi, mentre i criminali che lo perseguitano da oltre 30 anni possono girare tranquillamente per tutto il territorio.
Il suo racconto è una serie di ingiustizie, violenze e attentati contro la sua attività e la sua persona, l'ultimo poco più di un anno fa. Ci indigna la solitudine in cui è stato lasciato non solo dalle istituzioni ma anche dagli amici. Fioccano le domande e si fa sera, ci porta un libro in cui ha raccontato la sua esperienza che nessun editore ha voluto pubblicare.
Dopo la foto di gruppo, se ne va, lasciandoci una sensazione di ingiustizia e tante domande su quello che possiamo fare tornati a casa perchè queste persone non siano dimenticate e il loro esempio possa essere trasmesso e amplificato.
Dopo cena di calcio, andiamo a Le Castella all'oratorio di don Luca per la semifinale degli europei Italia Germania. L'Italia vince.
La sesta giornata è stata coinvolgente.

Venerdì 29 giugno
Oggi è giorno di vacanza, il gruppo si divide: qualcuno resta in spiaggia a godersi il sole della Calabria e qualcuno segue Umberto che ci guida alla scoperta della Sila.
In un'ora di macchina arriviamo in alta montagna, l'aria è decisamente più fresca e gli alti alberi si sostituiscono ai campi bruciati e ai calanchi brulli. Sosta per acquistare i viveri e abbiamo già fame. Partiamo dal centro visitatori Cupone per una breve passeggiata (breve... sono 3 km, metà in salita) fra i boschi di pino laricio e le aree dove vivono daini, cervi e caprioli. Li vediamo da dietro i vetri degli osservatori, solo il lupo non si mostra.
La camminata ci mette fame e ci sediamo all'ombra nell'area attrezzata dove apparecchiamo tutte le specialità comperate: soppressata, salumi e formaggi, mozzarelle.
Nel pomeriggio gita al borgo medievale di Santa Severina, ancora un'altra Calabria.
In serata ci ritroviamo tutti insieme al ristorante "L'Ancora" di Capo Rizzuto, per un'abbondante cena di pesce e piccola sosta romantica seduti su una panchina a picco sul mare a guardare il riflesso della luna e le stelle. Ci sono anche Flavia e Dario, la mamma ed il fratello di Federica, venuti dal Salento per salutare la comitiva.
La settima giornata è stata turistica.

Sabato 30 giugno
Oggi è giorno di ritorno a casa, ma vogliamo goderci le ultime ore di vacanza.
La gita in barca lungo la costa con il bagno in mare è un piccolo lusso che ci concediamo: breve escursione davanti al castello di Le Castella sui resti di un relitto e bagno davanti alla spiaggia. Purtroppo al largo la barca non riesce ad ancorare.
Passato il primo momento di delusione, ci tuffiamo un'ultima volta in quest'acqua trasparente che allontana qualunque pensiero, tutto si cancella tranne il piacere del contatto fresco e avvolgente. La sirena ci richiama alla realtà e rientriamo.
Valigie, docce, ramazza e stracci, qualcuno lascia qualcosa e qualcuno la dimentica, pazienza, bisogna partire lo stesso.
Saluti e lacrime, lasciamo a Umberto e Paolo una maglietta del campo con tutte le nostre firme oltre alla promessa, non scritta, di tornare.
Ce ne andiamo dal CELA e torniamo a casa a Bologna, anche se un pezzo di noi resterà per sempre in Calabria.
L'ultima giornata è stata triste.





Fonte Libera.it 14 Luglio 2012

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