Cosa Nostra: una confisca da 15 milioni
Colpiti gli eredi di un imprenditore che faceva affari con i casalesi
di Rino Giacalone
Ignazio Miceli morto a Milano due anni addietro a 55 anni l’aveva fatta franca sfuggendo ad una condanna a sei anni e otto mesi per maia ed estorsione. In appello quella condanna inflitta in primo grado gli era stata cancellata, e lui, l’imprenditore di origine marsalese, in un battibaleno aveva fatto carriera realizzando un vero e proprio impero, realizzando una egemonia nel trasporto gommato delle merci ortofrutticole per i mercati siciliani e del meridione. Secondo la Dia di Trapani tutto questo è potuto avvenire stando all’ombra dei fratelli petrosileni Antonio e Massimo Sfraga, di Gaetano Riina, fratello del più noto Totò, e soprattutto “servendo” i casalesi del clan Schiavone. Oggi l’impero è finito nelle mani dello Stato, 15 milioni di euro di beni sono stati sequestrati ai suoi eredi. Se la norma fosse stata quella di tanti anni addietro, il sequestro non sarebbe stato possibile, oggi c’è la legge che prevede la possibilità del sequestro anche in capo agli eredi di coloro i quali si sono arricchiti in modo non lecito, sequestri che sono possibili nell’arco di un quinquennio dal decesso.
Da quando Miceli era tornato libero da ogni pendenza giudiziaria, la sua azienda di trasporti, la “A.F.M. TRASPORTI”, è riuscita ad ampliare le proprie attività e la propria flotta commerciale ponendosi come impresa leader della provincia trapanese nei trasporti di prodotti ortofrutticoli diretti ai mercati del sud Italia. Questo secondo la Dia grazie ad una regia mafiosa che aveva spartito gli affari tra Cosa nostra e Casalesi, i tir di Miceli poi avrebbero trasportato anche armi. l sequestro ha interessato la A. F.M. TRASPORTI s.r.l., con sede in Marsala,la EURO FRIGO MARSALA SOC COOP, la “A.F.M. AUTOFRIGO MARSALA soc.coop, con sede in Marsala,la MICELI IGNAZIO TRASPORTI, e poi terreni e immobili, automezzi e ben 16 conti correnti bancari.
Da quando Miceli era tornato libero da ogni pendenza giudiziaria, la sua azienda di trasporti, la “A.F.M. TRASPORTI”, è riuscita ad ampliare le proprie attività e la propria flotta commerciale ponendosi come impresa leader della provincia trapanese nei trasporti di prodotti ortofrutticoli diretti ai mercati del sud Italia. Questo secondo la Dia grazie ad una regia mafiosa che aveva spartito gli affari tra Cosa nostra e Casalesi, i tir di Miceli poi avrebbero trasportato anche armi. l sequestro ha interessato la A. F.M. TRASPORTI s.r.l., con sede in Marsala,la EURO FRIGO MARSALA SOC COOP, la “A.F.M. AUTOFRIGO MARSALA soc.coop, con sede in Marsala,la MICELI IGNAZIO TRASPORTI, e poi terreni e immobili, automezzi e ben 16 conti correnti bancari.
Fonte: Liberainformazione.org 9 Agosto 2012
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