Durante un incontro sull'allarme rifiuti tossici, il sacerdote anticamorra
(e antidiscarica) don Maurizio Patriciello si rivolge a
Carmela Pagano, prefetto di
Caserta, chiamandola "signora".
L'appellativo scatena l'ira del Prefetto De Martino che ammonendo il sacerdote e lo incolpa di aver offeso le istituzioni presenti.
Il coordinamento dell’associazione Libera, associazioni,
nomi e numeri contro le mafie, condivide in parte il richiamo al rigore
espresso dal signor Prefetto di Napoli nel riportare l’attenzione dei cittadini
ad avere nei confronti delle istituzioni e degli uomini che le rappresentano un
grande rispetto, è anche questo un modo di risvegliare dal “coma etico”
in cui anni di cattivi maestri ci ha fatto precipitare.
Al tempo stesso, vediamo più che rispettoso l’atteggiamento
di don Maurizio, che viene pressato dalla emergenza salute che tanti lutti sta
portando tra i suoi parrocchiani, e non conoscendo i protocolli e le procedure
erra nella forma, anche se con grande umiltà e serenità accoglie l’aspro
richiamo.
Cogliamo anche l’occasione per fotografare da questo
episodio la grande distanza che si sta determinando tra cittadini ed
istituzioni, che sono sempre più vissute dalla maggior parte della popolazione
come sorde ai bisogni e alle difficoltà che questo particolare momento
storico sta imponendo.
Avvertiamo anche il rischio di una severità che in generale
possa essere incoerente e discontinua, fin troppo formalistica e debole contro
alcuni veri mali della nostra democrazia come la corruzione o gli atteggiamenti
di contiguità che ledono il prestigio delle nostre istituzioni.
C’è un grido di dolore, che chiede attenzione, vicinanza,
sinergia, che attraversa la nostra terra, e dice di fare presto e di fare bene
perché la gente sta morendo, colpita dalle conseguenze dei rifiuti tossici
delle ecomafie, dalla incompetenza e mala fede di tanti dei nostri sindaci e
consiglieri comunali che per bramosie personali permettono per i loro
tornaconti le più nefaste attività, dalla violenza fatta stile di vita
della camorra che ancora impazza, cresce e si rafforza, nonostante l’eccellente
lavoro fatto dalle forze di polizia e dalla magistratura , nelle nostre realtà.
Il sentimento della paura e della rassegnazione al brutto
comincia a fare sempre più conquiste, è questo un momento in cui abbiamo
bisogno più che mai di sinergie, di nuovi modelli culturali, di far nascere
anche in queste terre la speranza che possiamo vivere in città belle, pulite,
sociali.
Abbiamo bisogno di istituzioni forti nei valori della
Costituzione, coerenti nel mandato affidato.
Abbiamo bisogno di legalità democratica e di giustizia
sociale, per liberare Napoli, e l’Italia dalle mafie e dalle corruzione.
Napoli 20 ottobre 2012
Coordinamento provinciale di Libera Napoli
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