"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

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Birra in carcere, al via il progetto




Birra in carcere, al via il progetto


Un progetto di inclusione sociale entro le mura dell’istituto penitenziario di Carinola.  


di Tina Cioffo                       CASERTA

Lavoro, Agricoltura Biologica ed Economia Sociale, è di questo che si è parlato il 26 novembre scorso al Carcere di Carinola in occasione della seconda edizione del Campus Felix, un progetto dell’associazione “FormAzioneViaggio, della rete di Libera e del Comitato don Diana.
L’iniziativa studiata per promuovere una legalità concreta ed in grado di dare delle risposte con i fatti, ha visto anche la presentazione del progetto 
La birra della legalità”.
L’obiettivo è la creazione di un birrificio artigianale da realizzarsi all’interno dell’Istituto Penitenziario, con la convinzione che valorizzando l’attività agricola, riducendo le distanze fra popolazione carceraria e società civile ed accrescendo l’inclusione sociale nel rispetto della legalità si contribuisce alla creazione di Comunità sane e solidali.
Così come è stato per i beni immobili sottratti alla criminalità organizzata e poi restituiti al territorio, diventando patrimonio comune e trampolino di lancio per una nuova economia antidoto di quella criminale altrettanto è infatti, necessario fare con i detenuti per poterli far fuoriuscire dal sistema illegale che li ha coinvolti e restituirli alla vita legale.
 Le attività pratiche saranno gestite dalla Cooperativa socialeCarla Laudante” onlus in concertazione con l’Istituto Penitenziario di Carinola e la rete associativa di Libera e Comitato don Diana che nel casertano rappresentano un’unica realtà.
Un progetto che punta ad ampliare le già consolidate esperienze di recupero e assistenza dei soggetti svantaggiati condotte sui beni confiscati, coinvolgendo i detenuti e offrendo loro reali opportunità di riscatto sociale volti alla costruzione di percorsi di recupero non solo materiali ma anche e soprattutto delle coscienze.
A completare il quadro della giornata,la  premiazione dei vincitori del concorso letterario “A Cuore aperto”, iniziativa condotta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica che ha raccolto numerose lettere di detenuti nelle carceri di Italia.
E’ risultata vincitrice quella scritta da Massimo Buccolieri, letta per l’occasione da Filiberto Imposimato, figlio di Franco, sindacalista di Maddaloni ucciso nel 1983 dalla camorra nell’ambito di azioni intimidatorie nei confronti del giudice Ferdinando Imposimato, titolare di importanti inchieste sull’omicidio Moro e sulla banda della Magliana, anch’egli presente. Federico Cafiero De Raho capo della DDA di Napoli che ha salutato con soddisfazione tutta l’iniziativa ha dichiarato
La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà

Fonte: Newsletter Libera Campania Dicembre 2012




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