Birra in carcere, al
via il progetto
Un progetto di
inclusione sociale entro le mura dell’istituto penitenziario di Carinola.
di
Tina Cioffo CASERTA
Lavoro,
Agricoltura Biologica ed Economia Sociale, è di questo che si è parlato il 26
novembre scorso al Carcere di Carinola in occasione della seconda edizione del
Campus Felix, un progetto dell’associazione “FormAzione” Viaggio, della rete di
Libera e del Comitato don Diana.
L’iniziativa
studiata per promuovere una legalità concreta ed in grado di dare delle
risposte con i fatti, ha visto anche la presentazione del progetto
“La birra
della legalità”.
L’obiettivo
è la creazione di un birrificio artigianale da realizzarsi all’interno dell’Istituto
Penitenziario, con la convinzione
che valorizzando l’attività agricola, riducendo le distanze fra popolazione
carceraria e società civile ed accrescendo l’inclusione sociale nel rispetto
della legalità si contribuisce alla creazione di Comunità sane e solidali.
Così
come è stato per i beni immobili sottratti alla criminalità organizzata e poi
restituiti al territorio, diventando patrimonio comune e trampolino di lancio
per una nuova economia antidoto di quella criminale altrettanto è infatti, necessario
fare con i detenuti per poterli far fuoriuscire dal sistema illegale che li ha
coinvolti e restituirli alla vita legale.
Le attività pratiche saranno gestite dalla
Cooperativa sociale “Carla Laudante” onlus in concertazione con l’Istituto
Penitenziario di Carinola e la rete associativa di Libera e Comitato don Diana
che nel casertano rappresentano un’unica realtà.
Un
progetto che punta ad ampliare le già consolidate esperienze di recupero e
assistenza dei soggetti svantaggiati condotte sui beni confiscati, coinvolgendo
i detenuti e offrendo loro reali opportunità di riscatto sociale volti alla
costruzione di percorsi di recupero non solo materiali ma anche e soprattutto
delle coscienze.
A
completare il quadro della giornata,la premiazione dei vincitori del concorso
letterario “A Cuore aperto”, iniziativa condotta sotto l’alto patronato del
Presidente della Repubblica che ha raccolto numerose lettere di detenuti nelle
carceri di Italia.
E’ risultata vincitrice quella scritta da Massimo Buccolieri,
letta per l’occasione da Filiberto Imposimato, figlio di Franco, sindacalista
di Maddaloni ucciso nel 1983 dalla camorra nell’ambito di azioni intimidatorie
nei confronti del giudice Ferdinando Imposimato, titolare di importanti
inchieste sull’omicidio Moro e sulla banda della Magliana, anch’egli presente.
Federico Cafiero De Raho capo della DDA di Napoli che ha salutato con
soddisfazione tutta l’iniziativa ha dichiarato
“La
lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui
tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà”
Fonte: Newsletter Libera Campania Dicembre 2012
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un tuo commento