"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

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BENI CONFISCATI, LA CAMPANIA VARA UNA NUOVA LEGGE









BENI CONFISCATI, LA CAMPANIA VARA  

UNA NUOVA LEGGE


di  Riccardo Christian Falcone.


Il provvedimento è di quelli che potrebbe fare scuola, a cominciare da quella parola “magica” inserita nel titolo: “valorizzazione”.
 Ma il valore della legge approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 16 aprile scorso (“Nuovi interventi per la valorizzazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”) è ovviamente tutto nel contenuto. 
Dieci articoli che danno un segnale importante di accresciuta attenzione al settore dei beni confiscati e, soprattutto, alla valorizzazione delle esperienze di riutilizzo sociale, attraverso una serie di azioni che ruotano attorno a tre punti di forza. 
Anzitutto l’istituzione di tre nuovi fondi. Il primo (art. 1) è un fondo annuale da cui attingere risorse per finanziare, attraverso avviso pubblico, progetti di riutilizzo e valorizzazione dei beni confiscati. Per il 2012, 250 mila euro di stanziamenti (massimo 25 mila euro a progetto) da destinare a comuni, province, consorzi o organismi del terzo settore.
 Il secondo (art. 3) è il fondo di rotazione per la progettazione tecnica e la redazione di piani di utilizzo e di studi di fattibilità. Il terzo (art. 4) è infine un fondo di ammortamento prestiti.
 In pratica la regione provvederà ad anticipazioni a fondo perduto per l’estinzione parziale o totale delle ipoteche eventualmente gravanti sui beni. Il secondo punto di forza è costituito invece dall’istituzione dell’ Osservatorio regionale sull’ utilizzo dei beni confiscati (art. 6), ai cui componenti spetterà il compito, ovviamente a titolo gratuito, di promuovere, consultare e supportare le attività di programmazione, monitoraggio e controllo nelle azioni di valorizzazione dell’utilizzo dei beni confiscati. Infine il terzo punto di forza. 
Secondo l’art. 7 della legge regionale, la giunta regionale ha la facoltà di promuovere, sostenere e favorire l’adozione di criteri di priorità nella valutazione di interventi che consentano l’utilizzo per finalità sociali di beni confiscati. In pratica, meccanismi di “premialità” negli avvisi pubblici regionali per le iniziative che prevedano, anche in progetti più generali, percorsi di valorizzazione del patrimonio immobiliare sottratto alla criminalità organizzata. Il testo - dicono gli estensori - dopo un periodo di rodaggio, potrà ovviamente essere soggetto ad interventi migliorativi.
 Le proposte non mancano: dalla creazione di short list di esperti e professionisti all’istituzione di Uffici di mediazione presso gli Enti territoriali (proposte 
queste avanzate dai venti diplomati al Master attivato lo scorso anno dal Suor Orsola Benincasa). 
Ma allo stato il rischio maggiore è legato alla copertura finanziaria. 
Assolutamente inadeguata quella per il 2012, pari ad appena 250 mila euro, che consente per quest’anno esclusivamente l’attivazione del fondo per la valorizzazione dei beni confiscati. 
C’è l’impegno del Governo regionale a portare a un milione di euro la posta in bilancio. Ma questo andrà ovviamente verificato sul campo.
 Il parallelismo con la vicenda dell’Agenzia Nazionale, lanciata come la soluzione a tutti i problemi e poi miseramente abbandonata a sé stessa senza fondi né personale è fin troppo semplice. Senza fondi insomma ci restano gli spot.
 E l’antimafia degli spot non serve a nessuno.

Fonte. LiberaCampania .it Archivio Fortpapasc 
Giugno 2012 

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