Il termometro del rischio
Come individuare casi di infiltrazioni mafiose all’interno del proprio
comune?
Come combatterle?
Corsico sta sperimentando un modello basato sullo scambio di informazioni tra
assessoratie banche dati.
Evasione fiscale abbattuta, prevenzione dei reati eaiuti alle imprese sane i primi, tangibili, risultati
Un numero insolito di subentri nelle attività
commerciali, acquisti immobiliari consistenti da parte di giovani o pensionati,
eccessivi cambi di volumetrie. Questi sono alcuni dei principali indicatori del
rischio di “mafiosità” che il comune di Corsico, Milano, utilizza in via
sperimentale nel suo nuovo Pgt (Piano di governo del territorio) per
individuare le infiltrazioni mafiose all’interno del proprio comune.
Un dato ci salverà. Il “check-in
antimafia” di questa cittadina lombarda di 35mila abitanti è nato circa un anno
e mezzo fa e si basa sul concetto di “termometro del rischio”, come quello già
ampiamente usato nelle banche e nelle assicurazioni: quando un’azienda o un
privato, secondo parametri prestabiliti, raggiunge un certo “grado di rischio”,
parte la segnalazione alle autorità. Finora sono una decina i casi segnalati
grazie a questo programma informatico che autonomamente crea un profilo e una
graduatoria del rischio incrociando i dati di vari database comunali. Un lavoro
realizzato insieme a esperti dell’anti-riciclaggio in collaborazione con Anci e
Avviso Pubblico. Un modello che ha già riconosciuto diversi meriti e si spera
verrà presto adottato in altri comuni del Nord e del Sud Italia.
Ma quello dell’applicativo è solo una parte del più ampio “Progetto Legalità” che abbraccia diversi aspetti della società civile contro le mafie. A spiegare nel dettaglio come è nato è la sindaca Maria Ferrucci da cui nasce l’idea di un piano del territorio “antimafia” e il cui punto di forza maggiore è la rete interassessoriale: «Siamo riusciti a unire i vari uffici, a far dialogare l’anagrafe con gli uffici del commercio, l’edilizia, la comunicazione, la polizia locale. E questo tipo di approccio si è rivelato vincente».
Tutti gli uffici hanno una loro banca dati. L’idea, che può parere scontata ma in realtà di difficile realizzazione, è quella di incrociare i diversi archivi al fine di avere una mappatura esauriente del territorio. Una sorta di macro-archivio: così l’assessorato al commercio può interagire con chi detiene la dichiarazione dei redditi ed effettuare efficaci controlli incrociati. «Attraverso il dialogo tra uffici i dati si trasformano in informazioni» spiega la sindaca. «Siamo riusciti a superare la logica per la quale certi dati devono stare in ufficio e non uscire da lì, come se ognuno fosse geloso delle proprie informazioni. I dati sono dell’ente e non dell’ufficio. Quando ci siamo messi attorno a un tavolo per la prima volta abbiamo scoperto che un ufficio aveva bisogno di dati che un altro aveva in quantità industriale, solamente che non li aveva mai messi a disposizione ».
È in questo modo che Corsico abbatte l’evasione fiscale. Alla fine del 2010 il comune ha segnalato all’Agenzia delle Entrate inadeguatezze pari a 1 milione di euro che, secondo le nuove normative, verranno corrisposti alle casse del comune stesso. «Questo dimostra che la legalità conviene: 1 milione di euro in tempo di crisi significa prendere una boccata d’ossigeno inaspettata».
Premialità alle aziende. Uno degli aspetti di maggior pregio del Progetto Legalità è sicuramente la “premialità” data alle aziende che si “comportano bene”: «Benché lo scopo degli operatori privati sia quello di far profitto – continua Maria Ferrucci – ci sono quelle aziende che perseguono tale obiettivo nel massimo rispetto delle leggi, cercando di non impattare in maniera negativa sul territorio e sull’ambiente, evitando di pagare in nero i propri lavoratori e avendo ben chiaro il proprio senso di responsabilità. Poi ci sono invece le aziende che reinvestono guadagni illeciti, altre che usano la prepotenza per accaparrarsi gli appalti, chi addirittura usa la corruzione ecc. Le imprese non sono tutte uguali: per questo a chi decide di volersi sottoporre a un surplus di controlli sia a monte (con screening da parte della prefettura, camera di commercio ecc.) sia a valle (all’interno dei cantieri, tracciabilità dei flussi finanziari, controllo del personale ecc.), che per legge spettano ai cantieri pubblici ma non a quelli privati, ecco che noi corrispondiamo una premialità del 7% in volumetria edificabile. Un premio alla legalità e alla trasparenza. Ovviamente la premialità non è data una volta per sempre: questo significa che l’azienda viene continuamente controllata e il premio può essere ritirato in corso d’opera». Lo strumento dell’incentivazione volumetrica, già adottato da altri comuni (ad esempio Merlino, in provincia di Lodi), verrà messo in pratica integrandolo con l’operato della prefettura di Milano, per la quale Corsico diventerebbe un esempio di sperimentazione consistente. «Le aziende oneste solitamente vivono qualche difficoltà in più rispetto alle altre: con questo noi vogliamo stare dalla loro parte e dare il nostro contributo. Un segnale, quello della premialità, che non viene sempre capito: in politica, da destra e da sinistra, ci dicono che la legalità dovrebbe essere un dovere di tutti e pertanto non da premiare. Ma noi non stiamo premiando la legalità tout court, stiamo riconoscendo uno sforzo. In ogni caso penso sia giusto che chi lavora onestamente si distingua da chi non lo fa».
Ma quello dell’applicativo è solo una parte del più ampio “Progetto Legalità” che abbraccia diversi aspetti della società civile contro le mafie. A spiegare nel dettaglio come è nato è la sindaca Maria Ferrucci da cui nasce l’idea di un piano del territorio “antimafia” e il cui punto di forza maggiore è la rete interassessoriale: «Siamo riusciti a unire i vari uffici, a far dialogare l’anagrafe con gli uffici del commercio, l’edilizia, la comunicazione, la polizia locale. E questo tipo di approccio si è rivelato vincente».
Tutti gli uffici hanno una loro banca dati. L’idea, che può parere scontata ma in realtà di difficile realizzazione, è quella di incrociare i diversi archivi al fine di avere una mappatura esauriente del territorio. Una sorta di macro-archivio: così l’assessorato al commercio può interagire con chi detiene la dichiarazione dei redditi ed effettuare efficaci controlli incrociati. «Attraverso il dialogo tra uffici i dati si trasformano in informazioni» spiega la sindaca. «Siamo riusciti a superare la logica per la quale certi dati devono stare in ufficio e non uscire da lì, come se ognuno fosse geloso delle proprie informazioni. I dati sono dell’ente e non dell’ufficio. Quando ci siamo messi attorno a un tavolo per la prima volta abbiamo scoperto che un ufficio aveva bisogno di dati che un altro aveva in quantità industriale, solamente che non li aveva mai messi a disposizione ».
È in questo modo che Corsico abbatte l’evasione fiscale. Alla fine del 2010 il comune ha segnalato all’Agenzia delle Entrate inadeguatezze pari a 1 milione di euro che, secondo le nuove normative, verranno corrisposti alle casse del comune stesso. «Questo dimostra che la legalità conviene: 1 milione di euro in tempo di crisi significa prendere una boccata d’ossigeno inaspettata».
Premialità alle aziende. Uno degli aspetti di maggior pregio del Progetto Legalità è sicuramente la “premialità” data alle aziende che si “comportano bene”: «Benché lo scopo degli operatori privati sia quello di far profitto – continua Maria Ferrucci – ci sono quelle aziende che perseguono tale obiettivo nel massimo rispetto delle leggi, cercando di non impattare in maniera negativa sul territorio e sull’ambiente, evitando di pagare in nero i propri lavoratori e avendo ben chiaro il proprio senso di responsabilità. Poi ci sono invece le aziende che reinvestono guadagni illeciti, altre che usano la prepotenza per accaparrarsi gli appalti, chi addirittura usa la corruzione ecc. Le imprese non sono tutte uguali: per questo a chi decide di volersi sottoporre a un surplus di controlli sia a monte (con screening da parte della prefettura, camera di commercio ecc.) sia a valle (all’interno dei cantieri, tracciabilità dei flussi finanziari, controllo del personale ecc.), che per legge spettano ai cantieri pubblici ma non a quelli privati, ecco che noi corrispondiamo una premialità del 7% in volumetria edificabile. Un premio alla legalità e alla trasparenza. Ovviamente la premialità non è data una volta per sempre: questo significa che l’azienda viene continuamente controllata e il premio può essere ritirato in corso d’opera». Lo strumento dell’incentivazione volumetrica, già adottato da altri comuni (ad esempio Merlino, in provincia di Lodi), verrà messo in pratica integrandolo con l’operato della prefettura di Milano, per la quale Corsico diventerebbe un esempio di sperimentazione consistente. «Le aziende oneste solitamente vivono qualche difficoltà in più rispetto alle altre: con questo noi vogliamo stare dalla loro parte e dare il nostro contributo. Un segnale, quello della premialità, che non viene sempre capito: in politica, da destra e da sinistra, ci dicono che la legalità dovrebbe essere un dovere di tutti e pertanto non da premiare. Ma noi non stiamo premiando la legalità tout court, stiamo riconoscendo uno sforzo. In ogni caso penso sia giusto che chi lavora onestamente si distingua da chi non lo fa».
I servizi alle persone. L’incrocio dei
dati diventa uno strumento assai importante non solo per controllare l’evasione
ma anche per prevenire un reato e quindi aumentare la sicurezza di un
territorio. «Facciamo un esempio – spiega Ferrucci –. Collaborando con
l’Agenzia delle Entrate abbiamo avuto un elenco delle utenze domestiche. Questo
ci permette di sapere se all’interno di un’unità immobiliare vi sia un’utenza
domestica attiva oppure no. Controllando i consumi è facile capire se un’unità
immobiliare che risulta vuota lo sia davvero. In questo modo veniamo a scoprire
gli affitti irregolari. Addirittura in un caso abbiamo scoperto che ad affitti
irregolari di posti letto erano legate persone con precedenti penali, documenti
falsi, stupefacenti e armi. Tutto questo, ripeto, facendo collaborare gli
uffici tra di loro».
Secondo la sindaca questo discorso andrebbe allargato anche agli uffici dedicati alle persone. «Succede in ogni comune che per accedere a determinati servizi sociali o comunque legati alle persone si stili una classifica in base al modello Isee. Eseguendo un controllo incrociato abbiamo scoperto che tanti redditi vicino allo zero in realtà appartenevano a persone che indirettamente contavano su un reddito di oltre 40mila euro. Questo mi ha sconcertato e mi ha convinto di come sia necessario ridare serietà e fiducia alle istituzioni. Perché ciò avvenga le istituzioni devono davvero effettuare i controlli al fine di mettere a disposizione le risorse a chi ha di meno. Questa è l’equità che vogliamo perseguire, quella di controllare a chi vengono affidate delle risorse e come queste vengono utilizzate».
Secondo la sindaca questo discorso andrebbe allargato anche agli uffici dedicati alle persone. «Succede in ogni comune che per accedere a determinati servizi sociali o comunque legati alle persone si stili una classifica in base al modello Isee. Eseguendo un controllo incrociato abbiamo scoperto che tanti redditi vicino allo zero in realtà appartenevano a persone che indirettamente contavano su un reddito di oltre 40mila euro. Questo mi ha sconcertato e mi ha convinto di come sia necessario ridare serietà e fiducia alle istituzioni. Perché ciò avvenga le istituzioni devono davvero effettuare i controlli al fine di mettere a disposizione le risorse a chi ha di meno. Questa è l’equità che vogliamo perseguire, quella di controllare a chi vengono affidate delle risorse e come queste vengono utilizzate».
Contro la dipendenza dal gioco
d’azzardo. Oltre alla lotta all’evasione fiscale e al riconoscere la trasparenza
degli appalti, un altro compito che Corsico ha inserito nel suo progetto è la
campagna contro la dipendenza dal gioco d’azzardo impedendo di installare le
macchinette a meno di 500 metri di distanza dai luoghi di aggregazione
giovanile e promuovendo sul giornale comunale una campagna anti-gioco
d’azzardo. Inoltre ha investito 65mila euro – “una goccia nell’oceano” come
l’ha descritta la Ferrucci – nella creazione di un Serd (Servizio per le
dipendenze) all’interno dell’Asl territoriale.
Il gioco d’azzardo è la terza impresa d’Italia con un fatturato, secondo i dati contenuti nel dossier “Azzardopoli” di Libera, di 100 miliardi di euro. Ogni italiano nel 2011 ha giocato in media 1.260 euro per tentare la fortuna portando l’Italia a rappresentare il 26% del fatturato mondiale del gioco d’azzardo. «Questo dovrebbe essere il campanello d’allarme per le istituzioni perché simbolo della disgregazione dei valori civili. Per uscirne dobbiamo ricostruire il senso civico investendo nella cultura, che attualmente è il settore che sta subendo decurtazioni più di tutti, e che stiamo coprendo con il cemento. La filiera della cementificazione del territorio, tra l’altro, è strettamente legata al nostro discorso: i comuni permettono di costruire perché non hanno soldi. E non hanno soldi a causa delle mancate entrate dell’evasione fiscale, per gli sprechi, per la corruzione, per gli investimenti illeciti. La Corte dei conti parla di 500 miliardi l’anno che prendono la strada dell’illegalità».
«Per questo abbiamo pensato che il nostro lavoro sulla legalità dovesse abbracciare più punti, più tematiche. Quando si parla di mafie, quello che noi cerchiamo di aggredire è la cosiddetta “zona grigia”, cioè la corruzione, l’evasione e il gioco d’azzardo, perché questi sono settori che danno lavoro alle mafie. Quando ci accorgeremo che le persone vittime del gioco avranno bisogno dei servizi sociali, allora ci renderemo conto che quei quattro soldi arrivati all’erario tramite il gioco verranno spesi nei servizi per guarire dalla dipendenza. Anzi, quello che arriva da una parte non basterà a colmare il danno che si è creato dall’altra».
In questa direzione, il prossimo impegno di Corsico sarà quello di coinvolgere i commercianti, affinché si creino dei punti free-slot.
Il gioco d’azzardo è la terza impresa d’Italia con un fatturato, secondo i dati contenuti nel dossier “Azzardopoli” di Libera, di 100 miliardi di euro. Ogni italiano nel 2011 ha giocato in media 1.260 euro per tentare la fortuna portando l’Italia a rappresentare il 26% del fatturato mondiale del gioco d’azzardo. «Questo dovrebbe essere il campanello d’allarme per le istituzioni perché simbolo della disgregazione dei valori civili. Per uscirne dobbiamo ricostruire il senso civico investendo nella cultura, che attualmente è il settore che sta subendo decurtazioni più di tutti, e che stiamo coprendo con il cemento. La filiera della cementificazione del territorio, tra l’altro, è strettamente legata al nostro discorso: i comuni permettono di costruire perché non hanno soldi. E non hanno soldi a causa delle mancate entrate dell’evasione fiscale, per gli sprechi, per la corruzione, per gli investimenti illeciti. La Corte dei conti parla di 500 miliardi l’anno che prendono la strada dell’illegalità».
«Per questo abbiamo pensato che il nostro lavoro sulla legalità dovesse abbracciare più punti, più tematiche. Quando si parla di mafie, quello che noi cerchiamo di aggredire è la cosiddetta “zona grigia”, cioè la corruzione, l’evasione e il gioco d’azzardo, perché questi sono settori che danno lavoro alle mafie. Quando ci accorgeremo che le persone vittime del gioco avranno bisogno dei servizi sociali, allora ci renderemo conto che quei quattro soldi arrivati all’erario tramite il gioco verranno spesi nei servizi per guarire dalla dipendenza. Anzi, quello che arriva da una parte non basterà a colmare il danno che si è creato dall’altra».
In questa direzione, il prossimo impegno di Corsico sarà quello di coinvolgere i commercianti, affinché si creino dei punti free-slot.
“Legalità organizzata”. Il
riconoscimento del ProgettoLegalità arriva da diversi enti. La Regione
Lombardia ha preso d’esempio Corsico per il coinvolgimento delle scuole, con i
suoi “laboratori della legalità” e per aver saputo coinvolgere i ragazzi nelle
campagne contro il gioco d’azzardo. In collaborazione con «Terre di mezzo», è
nata l’idea di creare una vera e propria scuola della legalità, mirata alla
formazione e a portare l’esperienza di Corsico negli altri comuni. La
sede ci sarebbe pure: si tratta di una palazzina confiscata alla mafia ma che
necessita di un intervento di ristrutturazione. I soldi ci sarebbero ma sono
bloccati dal patto di stabilità. Come ci sarebbero altre 14 strutture
confiscate a cui donare nuova vita ma sulle quali pendono ipoteche con le banche
che non permettono di smuovere la situazione.
Nel settore costruzioni, Assimpredil, l’associazione delle imprese edili, ha dato la sua disponibilità a collaborare e anche i sindacati dal momento che è in gioco pure la sicurezza nei cantieri. Gli unici che devono ancora cogliere questo lavoro sono, manco a dirlo, i vertici di partito.
Infine il comune è pronto ad aderire al “bilancio di giustizia”: «L’idea è consumare meno ma consumare meglio perché le scelte di ognuno orientano una filiera piuttosto che un’altra. Così anche le scelte dell’amministrazione. Facendo questo avanzerebbero i soldi per la cultura, unico modo per uscire da questo circolo vizioso».
Organizzare la cultura della legalità è diventato il motto del comune. «Come disse Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico, come esiste la criminalità organizzata deve anche esserci la legalità organizzata»
Nel settore costruzioni, Assimpredil, l’associazione delle imprese edili, ha dato la sua disponibilità a collaborare e anche i sindacati dal momento che è in gioco pure la sicurezza nei cantieri. Gli unici che devono ancora cogliere questo lavoro sono, manco a dirlo, i vertici di partito.
Infine il comune è pronto ad aderire al “bilancio di giustizia”: «L’idea è consumare meno ma consumare meglio perché le scelte di ognuno orientano una filiera piuttosto che un’altra. Così anche le scelte dell’amministrazione. Facendo questo avanzerebbero i soldi per la cultura, unico modo per uscire da questo circolo vizioso».
Organizzare la cultura della legalità è diventato il motto del comune. «Come disse Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico, come esiste la criminalità organizzata deve anche esserci la legalità organizzata»
Fonte: Narcomafie.it 24 Luglio 2012
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